“Non lavoro per meno di 50 euro” è la campagna dei giornalisti che rifiutano di scrivere gratis. Si ispira all`esempio dei braccianti africani che a Castel Volturno hanno scioperato contro i caporali con questo slogan.
Molti dei giornali, siti e contenitori di informazione sono prodotti sfruttando giornalisti collaboratori e precari. Con contratti da fame o senza uno straccio di contratto per anni. Pagati anche 4 centesimi a riga o pochi euro ad articolo, ricattabili e isolati. Si lavora senza sapere se, quanto e quando si verrà pagati.
Non chiediamo un contratto, chiediamo rispetto. Chi aderisce alla campagna promossa dall`ebook “Quattro per cinque” non accetta più di scrivere senza garanzie. “Io mi sono sempre rifiutato” – scrive Gabriele Del Grande nella prefazione. “Motivo per cui non ho mai scritto con una serie di quotidiani che Raffaella Cosentino cita nella prima parte del suo libro e che poi sono i quotidiani che fanno le loro battaglie ipocrite contro il precariato. Ma come ben spiega anche lei, il fenomeno è ben più vasto, e anche i principali quotidiani italiani non ne sono esenti”.
I nostri obiettivi:
- Riconoscimento del pagamento minimo per articolo o notizia coperta (50 euro minimo)
- Certezza dei tempi per il pagamento (40 giorni massimo)
- Regole chiare per la proposta, l`approvazione, la pubblicazione.
- Iscrizione al sindacato dei giornalisti con una quota ridotta (20 euro e non 100 annuali)
- Rappresentanza sindacale per i collaboratori all`interno delle redazioni
Per aderire, mandare una mail (4×5@terrelibere.org) con l`adesione e i propri dati. E` facoltativo raccontare la propria storia (anche in forma anonima) in 30 righe. Le storie raccolte verranno inserite su terrelibere.org alla voce `storie allucinanti`
Segui la campagna:
- sul sito
- su terrelibere.org (e-book): http://www.terrelibere.org/libreria/quattro-per-cinque
- sul gruppo Facebook http://www.facebook.com/home.php?sk=group_111399755597984&ap=1
PEGGIO DEI BRACCIANTI
Sei centesimi al chilo per le arance di Rosarno, un euro a cassetta per chi le raccoglie. Quattro centesimi a riga per un cronista locale in Calabria. Per questa cifra Angela Corica si è beccata cinque proiettili sparati da cecchini della ‘ndrangheta contro la sua automobile. La vergogna dei quattro centesimi a rigo non è solo calabrese, anche nel resto d’Italia il mercato selvaggio la fa da padrone.
“Non è una forzatura demagogica l’accostamento di Raffaella Cosentino tra le condizioni del precariato giornalistico e quelle degli immigrati”, – scrive Roberto Natale, presidente FNSI, il sindacato dei giornalisti. “Pratiche di reclutamento e di pagamento alla mano, i nostri editori non hanno titolo per sentirsi offesi dal parallelismo (ma poi se ne offendono?). Come non hanno motivo di lagnarsi le nostre gerarchie di redazione, quelle che ogni giorno reclutano braccia per la raccolta delle notizie, se qualcuno le vive come i caporali che passano all’alba col furgoncino nella piazza del paese”.