ROSARNO – Il calore dell’estate calabrese è opprimente. Dai fatti del gennaio 2010, con la conseguente “deportazione” verso Crotone e Bari, i lavoratori migranti che hanno deciso di ritornare vengono in centro solo quando è strettamente necessario. Per trovarli, bisogna prendere la strada che va verso nord e guidare per alcuni chilometri verso i primi campi di arance.
Giuseppe Pugliese, animatore dell’Osservatorio Migranti, ci accoglie a bordo della sua Audi, un’auto di valore. Tutti conoscono lui e la sua automobile. La station wagon serve per trasportare materiale e cibo per tutti i lavoratori africani. Il percorso tra gli aranceti ci porta a una capanna di pietra. Diroccata. Il suono di un generatore elettrico si confonde con le emissioni di Radio France Internationale. Una dozzina di occupanti – ghanesi e senegalesi – vive qui, senza acqua corrente. Quando la nuova stagione riprenderà, saranno fino a trenta o quaranta persone ad adattarsi in questo posto.
Bob, Mansour, Abraham e Abdelkader sono concordi: “Siamo qui per lavorare, punto. Non capiamo perché siamo trattati in questo modo. Per ora, preferiamo tenerci a distanza dai rosarnesi. E’ più sicuro. In città, anche se è più tranquilla rispetto a prima, alcuni giovani continuano a insultarci. Minacciano di rubare i nostri soldi.” La Commissione Straordinaria guidata da Domenico Bagnato parla di quattrocento lavoratori presenti a Rosarno e dintorni dopo i “fatti” (il sette per cento vive a Gioia Tauro e il quattro a Rizziconi). Ha promesso la pronta rinascita di una nuova Rosarno e lo sviluppo di due progetti pensati per costruire il “ponte” tra immigrati e popolazione locale.
In un ex cementificio confiscato al clan Bellocco (una delle principali famiglie della `ndrangheta di Rosarno) è stata annunciata la rapida apertura di un centro di accoglienza e formazione per i lavoratori del settore agricolo. Dovrebbero esserci circa centocinquanta posti, ma solo per i regolari. E dovrebbe essere avviato un “laboratorio artigianale” presso i locali del vecchio cinema Argo, per fornire uno spazio d’incontro tra nativi e stranieri.
Nei prossimi mesi, Giuseppe Pugliese si prepara a percorrere le strade di Rosarno e i campi d’arance circostanti. E` senza dubbio quello che succederà con l`arrivo della nuova stagione. “Che cosa cambierà? Niente per gli africani”, dice con collera fatalista. “Torneranno ancora una volta perché abbiamo bisogno di loro. La polizia cercherà di risolvere il problema bloccandoli prima del loro arrivo per evitare di attirare troppo l`attenzione dei media. Ma tutto continuerà qui e altrove.”
E poi: “La politica del governo Berlusconi, condotta sotto l`influenza della Lega Nord, vuole contrapporre i bravi immigrati regolari a quelli senza documenti. E’ il massimo dell’ipocrisia. Nel nostro sistema marcio molti si arricchiscono, ma grazie a questa situazione”.
Seduto comodamente nella sua sedia di vimini recuperata in un cassonetto vicino, Abraham conclude: “In questa città, volevano braccia. Hanno trovato gli uomini. “