Na nuci nta nu saccu no’ scruscia – Una noce sola dentro un sacco non fa rumore
Lo conoscete Ludovico? Quello che va in giro sempre con Mimmo Tramontana per tutt’Italia a spiegare che cos’è quell’avventura folle che si chiama Equosud, quella cosa dei piccoli produttori calabresi…
Quello della lotta contro la discarica che volevano fare nella vallata del Gallico, che parla sempre delle arance che si fanno là, che se ti vede che tagli un tarocco per fare una spremuta si mette a gridare al delitto! Quello ch’è fissato con le belladonna, “le arance più dolci del mondo…”
Ludovico, quello che a prima vista fa paura e invece è buono buono. Quello grosso, con i capelli castani ricci e gli occhi azzurri e ferini. Quello che quando dice compagni gli trema sempre la voce e se sorride sembra un bambino. Quello che parla con l’accento marcato di Villa San Giuseppe e mischia sempre l’italiano al dialetto, che una lingua da sola non basta a spiegare certe cose, e quando si mette a parlare delle arance o delle api sembra un professore, altro che un agronomo… uno scienziato del miele con lo sguardo innamorato. Ludovico, quello del miele! Appunto…
Il miele non lo può più fare. Gli s’è incendiato il capannone. Due giorni fa. Quello a Villa San Giuseppe, sì, con davanti il cartello con l’ape che ti sorride e ti mostra la scritta: mieloteca. Quello che in una stanza ci tiene le macchine per cacciare il miele dai favi e nell’altra le cisterne col prodotto, che c’è pure un sacco di spazio e spesso ci facciamo dentro le riunioni, le cene, le feste… Lì dove si faceva per la prima volta il mercatino “Felce e Mirtillo”, dove è nato il GAS (Gruppo di Acquisto Solidale)…
Bruciato. Tutto bruciato. Le macchine, bruciate. Il miele bruciato. Tutto. Quello ch’era destinato come ogni anno alle pasticcerie, per fare i torroni di Natale… niente. Resta solo la cenere. E Ludovico in mezzo alle macerie, che se gli dici cosa puoi fare ti risponde “e che vuoi fare… tanto in questo periodo i guai ce li abbiamo tutti… ognunu s’avi a guardar’i soi”. E no caro Ludovico. Per quanto ti stimiamo e ti vogliamo bene, stavolta ti sbagli di grosso. Perché un incidente può capitare a uno ch’è solo e allora può essere una tragedia, una cosa irrimediabile, tipo che chiudi tutto e lasci stare, magari te ne vai del tutto dalla Calabria, che tanto che ci resti a fare, tanto qua lo stato esiste per fare i posti di blocco ma per queste cose mai… e gli unici che ti possono aiutare sono i soliti “amici”, che poi il favore te lo fanno pagare e caro.
Ma appunto… noi siamo un’altra cosa: EquoSud è una realtà che si nutre di solidarietà… La solidarietà è la forma in cui si realizza un mercato altro, fatto non di consumatori isolati e di produttori anonimi ma di persone che si scelgono e che sono libere di stabilire i tempi, i luoghi ed i modi dell’incontro. Questa cosa qua l’abbiamo scritta poco tempo fa e vuol dire proprio il contrario. Vuol dire che i problemi di ognuno sono i problemi di tutti. Vuol dire che nessuno è solo. Che nessuno dev’essere lasciato solo. E anche questo abbiamo scritto: EquoSud si giova della rete dei Gruppi di Acquisto Solidale e la sostiene, animando i gruppi in Calabria e organizzando mercatini e fiere, in una logica di mutuo soccorso tra produttori/consumatori, perché ogni produttore è anche un consumatore e la scommessa di un mercato equo va vinta prima di tutto in casa propria.
E allora a tutti questi ci rivolgiamo. A tutti quelli che credono in questa scommessa, che credono alla solidarietà tra produttori e consumatori come una via necessaria per combattere un mercato che ci vuole tutti deboli ed isolati. Chiediamo a Ludovico, a voi, a noi stessi, di trovare nell’insieme la forza che il singolo non può avere. Perché una noce sola dentro un sacco non può far rumore.
Equosud – consorzio di autoproduzioni solidali – www.equosud.org
* EquoSud è un consorzio di produttori calabresi. Produttori autonomi, piccoli, che liberamente si tengono al di fuori della vischiosa rete della grande distribuzione. Una necessità prima di tutto ma anche una convinzione, una scelta. Evitare le maglie della Grande Distribuzione Organizzata significa sottrarsi al taglieggiamento sistematico che nutre i profitti delle multinazionali e fa lievitare i prezzi, colpendo i consumatori e strozzando i produttori. Ma questo significa anche decidere come produrre. Significa rifiutare le regole del mercato monopolistico che premia il minor prezzo ad ogni costo. Significa determinare il prezzo dei prodotti in base a criteri di giustizia e sostenibilità.