Pietro Ciucci è un manager di successo, presiede la più importante società statale e nel corso del tempo ha cumulato numerosissime cariche. Sabrina aveva 12 anni ed era figlia di emigrati siciliani in Germania. Il primo continuerà la sua straordinaria carriera, la ragazzina invece è morta in un delirio di lamiere, restringimenti di carreggiata e birilli in fila per chilometri. Sono molti i bambini che hanno rischiato seriamente di morire quest’estate sulla Salerno – Reggio Calabria. Perlopiù figli di emigrati che con i genitori stavano tornando nei luoghi di origine. Gente che non prende l’aereo, ma torna in macchina con la famiglia per qualche giorno di mare.
Il 13 agosto, nei pressi dello svincolo delle Serre vibonesi, due adulti e sette bambini viaggiavano su un furgone Renault che, per cause non chiarite, è uscito di strada. Erano diretti a Gela. Gli adulti, una coppia di Pavia, hanno subito le ferite più gravi. L’uomo è stato portato con l’elisoccorso nell’ospedale di Catanzaro e la donna in quello di Vibo Valentia.
Il 16 agosto, quattro persone, tra cui due bambini, una di sei mesi e l’altro di sei anni, sono rimaste ferite in un incidente stradale nel tratto Vibo-Rosarno. Una delle due auto, una Golf, ha preso fuoco dopo essere finita contro le barriere di protezione. Il conducente è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Vibo Valentia. Con la moglie e i due figli stavano andando dalla Germania in Sicilia, per le vacanze.
Il 25 agosto 2010, nel tratto tra Rosarno e Mileto, due persone sono morte e sei sono rimaste ferite in modo grave. Una Passat con a bordo una famiglia milanese (i genitori e una bambina di 7 anni) si è scontrata con un’altra auto. Salvatore Cavalieri, 56 anni, originario dell’agrigentino ma residente a Stoccarda e la figlia Sabrina, 12 anni, nata in Germania, sono deceduti. Feriti la moglie e altri due figli. Le auto viaggiavano entrambe verso nord, per il rientro dalle ferie.
A mano armata
La storia del nostro Paese è piena di incompiute e cantieri eterni. Ma oggi assistiamo a qualcosa di più grave, ovvero l’assenza di ripensamenti e pudori. L’A3 è diventata durante l’estate una trappola infernale di fuoco e asfalto, con incidenti da film americano d’azione. Agli episodi letali vanno affiancati quelli meno gravi, le code infinite, i gravi disagi dovuti all’assenza per larghi tratti di corsie d’emergenza e piazzole di sosta. Ma nel comunicato ufficiale della società – ripreso acriticamente da tutti gli organi di stampa – l’A3 era la via “più gettonata” e non quella perennemente intasata.
Un’eccezione, effettivamente, c’è stata. In un post di 248 parole, uno dei blog del Sole 24 Ore ha banalmente notato a metà agosto che i cantieri aperti sono gli stessi dello scorso anno, un’osservazione più che sufficiente a scatenare una durissima reazione dell’Anas: le affermazioni del giornalista Maurizio Caprino sarebbero “non aggiornate e pretestuose”, avendo omesso ben 16 km di tratto fruibile. Caprino aveva concluso: “Servono quantomeno chiarimenti”. “Devo notare come la Sua richiesta perentoria di informazioni appaia come ‘una rapina a mano armata’”, risponde pubblicamente Giuseppe Scanni, direttore relazioni esterne dell’Anas, lamentando “un atteggiamento pretestuosamente antagonista” dell’organo di Confindustria.
Non finisce qui. Caprino conduce una visita sul tratto tra Lauria e Padula, accompagnato dai tecnici Anas. “Riconosciuto il lavoro del personale dell’Anas sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria”, si legge trionfalmente su stradeanas.it, che ripubblica il nuovo post del giornalista del Sole 24 Ore.
Il pedaggio
L’Italia è in crisi, le casse pubbliche esangui. All’inizio di luglio il governo inventava quindi nuove fonti di finanziamento, tra cui tasse varie e nuovi pedaggi, per esempio sul Grande Raccordo di Roma. E sull’A3, almeno sui tratti completati, si annunciava l’introduzione del pagamento alla fine del 2011. Sembrava uno scherzo. “E’ ora di dire basta con la retorica sulla Salerno-Reggio Calabria come la vergogna d’Italia. Io credo che, invece, sia il vanto dell’Italia”, spiega Ciucci, annunciando l’ennesima data di completamento. Questa volta sarà il 2013.
“La Salerno – Reggio Calabria non è un errore. E’ un modello. E’ costata decine di volte in più rispetto alla previsione iniziale. In un video di molti anni fa Ciucci diceva a proposito del collegamento stabile sullo Stretto: ‘La prima pietra la metteremo nel 2005’. E Zamberletti: ‘Il Ponte sarà aperto nel 2010’”, spiega Luigi Sturniolo della Rete No Ponte.
Un modello che implica uno spreco enorme di denaro pubblico. Ma non solo. Pietro Ciucci non è imputabile di omicidio, e neanche di infanticidio. Nessun tribunale – giustamente – lo condannerà mai. Ma i morti sull’A3 non nascono dal caso. Sono il frutto inevitabile di un modus operandi basato sul ritardo, l’inefficienza, il massimo guadagno per il privato, la presenza stabile – e non l’infiltrazione – di gruppi mafiosi (sono già cinque le indagini della magistratura su mafia e appalti). Le dichiarazioni e gli atteggiamenti citati dimostrano che non c’è alcuna intenzione di cambiare. Anzi, chi fa semplici osservazioni è “pretestuoso” e “antagonista”. Chi chiede informazioni è un “rapinatore”. Proseguiranno allo stesso modo, fino al Ponte sullo Stretto. L’ottusità dell’Anas è quella dei poteri senza controlli. I movimenti dal basso, in questo momento, diventano l’unico baluardo di democrazia sul territorio. Non stanno chiedendo grandi cose. Semplicemente, vogliono che i cittadini possano spostarsi senza morire, anche nell’estremità della penisola.
Fotogalleria – Le immagini dei cantieri