Eurolink (General Contractor), amministrazioni locali, governo nazionale e cosche mafiose fremono all’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto: un progetto già morto ancora prima di nascere, incompatibile con le esigenze di questo territorio, inutile per la mobilità delle persone e delle merci, devastante sul piano ambientale e semplicemente folle per i costi economici.
Pensare di spendere più di sei miliardi di euro per il Ponte è più di una provocazione: è l’umiliazione di un territorio strangolato dalla crisi economica, duramente segnato dal collasso delle proprie attività produttive e sempre più invivibile. La demagogia pontista fa finta di non vedere la realtà: i 30.000 disoccupati, i 1.500 sfollati di San Fratello e Giampilieri, i 5.000 lavoratori licenziati solo negli ultimi 12 mesi senza ammortizzatori sociali, gli oltre 3.000 baraccati, i 25.000 emigrati in dieci anni.
Secondo recenti studi il partito pontista ha sperperato in progettazione (quella preliminare, nemmeno esecutiva), pubbliche relazioni e prebende oltre 400 milioni di euro: ne sarebbero bastati meno per mettere in sicurezza tutte le aree colpite dalle frane, ne basterebbero ancora meno per potenziare il trasporto pubblico nello Stretto di Messina.
Il Ponte, in un mix di autoritarismo e delirio di onnipotenza, lascia intatte tutte le devastazioni, i drammi, la mancanza di prospettive e le solitudini di questo territorio per distruggere (con risorse pubbliche) anche le ultime possibilità di riscatto e di liberazione dell’intera area dello Stretto.
CORTEO NO PONTE TORRE FARO, MESSINA
28 AGOSTO – ORE 18.00
Aggiornamenti su www.noponte.it