MILANO – Durante l`udienza dell`8 giugno, Joy ed Hellen hanno confermato il loro racconto, di fronte a Vittorio Addesso, presente in aula insieme al suo difensore, un avvocato dello studio La Russa di Milano. Ora che sono state ascoltate dal giudice, Joy ed Hellen rischiano di nuovo l’espulsione: oramai il processo può continuare senza di loro e fra pochissimi giorni, l’11 giugno, scadrà la proroga del trattenimento nel Centro. Joy è chiusa ormai da un anno nel circuito carcere – CIE, anche se non ha commesso alcun reato, anzi è vittima di tratta. “Finora e` rimasta in Italia perche` doveva essere sentita dal pm – dicono i suoi legali – ma da domani potrebbe essere rispedita nel suo Paese dove la attende una fine certa. I suoi sfruttatori l`hanno `condannata a morte` dopo che ha cercato di ribellarsi al destino di prostituta. Dal 2008, da quando ha si e` ribellata, le sono stati gia` uccisi, picchiati a morte, il padre, il 15 agosto del 2008, e poi la sorella e un fratello. Se dovesse tornare, toccherebbe a lei, gliel`hanno gia` detto”.
Per questo, gli avvocati hanno presentato un esposto alla Procura di Brescia, citta` in cui la giovane si prostituiva, per ottenere la sua permanenza in Italia, all`interno di una comunita` protetta gia` offerta da un`associazione di volontariato.
La Questura di Modena potrebbe chiedere una proroga oppure decidere di espellerla. In Nigeria la donna rischia la vita. Tre ragazze nigeriane sono state portate da Modena al CIE romano di Ponte Galeria, quindi è ipotizzabile un volo Frontex verso il paese africano.
La giudice ha chiesto a Joy se volesse deporre dietro un paravento. “No, lo voglio vedere in faccia, voglio essere faccia a faccia”, ha risposto la donna nigeriana, riferendosi a Vittorio Addesso, ispettore capo a via Corelli, accusato di tentato stupro.
Intanto, di fronte al Tribunale di Milano, nuovamente esposto lo striscione «Nei CIE la polizia stupra», causa lo scorso 26 novembre di violente cariche in via Cadorna. In contemporanea, si è tenuta a Londra una manifestazione di fronte all`ambasciata italiana, organizzata da diverse associazioni.
Un bilancio della giornata ai microfoni di Radio Blackout: