Medio Oriente

La Flottiglia di Gaza trascina Israele in un mare di stupidità

Raffaella Cosentino
  ll commento di Gideon Levy sul quotidiano israeliano Haaretz, nella notte del blitz sulla nave degli attivisti filopalestinesi con un carico di aiuti umanitari per Gaza. Scrive: `Si, questa Flottiglia è una provocazione politica, e cos’è un’azione di protesta se non una provocazione politica?`
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La Flottiglia di Gaza trascina Israele in un mare di stupidità scrive Gideon Levy alle 2.37 di notte di domenica 30 maggio, subito dopo l’attacco israeliano alle navi turche cariche di attivisti filopalestinesi che ha causato almeno 9 vittime. A dargli spazio è il sito israeliano Haaretz, dove scrive: “la macchina della propaganda israeliana ha raggiunto nuove vette nella sua frenesia senza speranza”. E ancora: “Vogliono mantenere l’inefficace, illegale e immorale blocco su Gaza e non lasciare la “flottiglia della pace” approdare sulla costa di Gaza? Non c’è niente da spiegare, di sicuro non a un mondo che non si berrà le spiegazioni, le bugie e le tattiche”.

Levy, subito dopo le prime notizie dell’arrembaggio violento, ridicolizza amaro la propaganda. “Il coro canta canzoni di menzogne e bugie. Noi siamo tutti nel coro a dire che non c’è crisi umanitaria a Gaza. Noi siamo tutti nel coro a dichiarare che l’occupazione di Gaza è finita e che la flottiglia è un attacco violento alla sovranità di Israele – il cemento è per costruire bunker e la spedizione è stata finanziata dalla Fratellanza musulmana turca. L’assedio di Gaza farà cadere Hamas e libererà Gilad Shalit…Illegale non è l’assedio ma la flottiglia”. Il giornalista ricorda un rapporto di Amnesty International: “4 residenti di gaza su 5 hanno bisogno di assistenza umanitaria. Centinaia stanno aspettando fino allo stremo che gli sia permesso di uscire per cure mediche e 28 sono già morti. Questo contro tutti i briefing dei portavoce dell’esercito sull’assenza dell’assedio e la presenza dell’assistenza ma a chi importa?”

Nel suo commento sottolinea la sproporzione delle forze in campo. “ E i preparativi per l’operazione evocano una farsa particolarmente divertente – dice – il fervente dibattito fra i sette ministri; lo spiegamento dell’unità Masada, il commando del servizio penitenziario specializzato nel penetrare nelle celle, unità di combattimento navali supportati dalle unità speciali anti terrorismo della polizia e l’unità cinofila Oketz dell’esercito; una speciale struttura di detenzione approntata al porto di Ashdod; e lo scudo elettronico che doveva bloccare le comunicazioni sulla cattura della nave e la detenzione di quelli che erano a bordo. E tutto questo contro cosa? Poche centinaia di attivisti internazionali, per la maggiorparte persone di coscienza, la cui reputazione Israele ha cercato di infangare….Si, questa Flottiglia è una provocazione politica, e cos’è un’azione di protesta se non una provocazione politica?”.
Levy esprime così una posizione più radicale rispetto alla lettura generale data dalla stampa Israeliana della “trappola” in cui sarebbe caduto il governo Israeliano. E chiude l’articolo scrivendo: “Cinque anni fa, il noto scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, che è stato insignito di onorificenza a Gerusalemme, a conclusione della sua visita in Israele, disse che l’occupazione israeliana stava raggiungendo la sua fase grottesca. Nel corso del fine settimana, Vargas Llosa, che si considera un amico di Israele, ha potuto vedere che quella fase ha da allora raggiunto nuove vette di assurdità”.

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