18 novembre
- Sono ormai parecchi i comitati di abitanti delle località colpite dalle frane che cercano di sviluppare iniziative finalizzate al raggiungimento della messa in sicurezza e, quindi, di poter tornare ad abitare con tranquillità i propri paesi. Anche le strategie ed i percorsi individuati sono molteplici: c`è chi ritiene importante mobilitarsi fin da subito per esercitare pressione sul Governo e sulle amministrazioni e chi, invece, con un atteggiamento un po’ più attendista, ritiene opportuno non “disturbare” per il momento le autorità politiche per non mettere in pericolo il cronoprogramma sugli interventi annunciato nei giorni scorsi. Ad una riunione tra vari comitati è stata invitata il 16 novembre la Rete No Ponte, che ha intanto lanciato la manifestazione cittadina di Torre Faro del primo dicembre (parte del percorso che condurrà alla manifestazione nazionale del 19 dicembre a Villa San Giovanni) per chiedere che le risorse pubbliche destinate al Ponte sullo Stretto vengano utilizzate per la messa in sicurezza del territorio.
3 novembre
- La ministra per l`ambiente Prestigiacomo ha presentato un disegno di legge finalizzato a reperire 3-4 miliardi di euro – attraverso un mutuo – per fronteggiare il rischio idrogeologico. La decennalità del mutuo consentirebbe di avere a disposizione 300-400 euro l`anno. Insomma, sparito il miliardo annunciato da Berlusconi all`indomani del disastro di Messina, ridotti ad una miseria gli impegni attuali finalizzati ad aiutare le popolazioni in sofferenza, rimane un`operazione finanziaria che graverà sul debito di tutti e che, sempre a detta della Prestigiacomo, apre scenari di intervento per i privati nell`ambito della cosiddetta “green economy”. L`economia dei disastri, insomma, diventa evidente.
2 novembre
- Da Messina arrivano segnali di mobilitazione: una prima manifestazione, seppur in forma di raccoglimento, si è svolta d un mese dal disastro ed ha, comunque, segnalato il disagio per gli interventi di messa in sicurezza e ricostruzione che sono attualmente ancora a zero. I vari comitati di abitanti delle aree colpite stanno cercando percorsi di unità e la Rete No Ponte ha indetto una manifestazione, in preparazione di quella nazionale il 19 dicembre a Villa San Giovanni, per il primo dicembre, a due mesi dal tragico primo ottobre, a Faro, luogo dove dovrebbe sorgere il pilone del Ponte per la sponda messinese, per sostenere ancora una volta la richiesta di riconvertire gli investimenti pubblici previsti per la mega-opera verso la messa in sicurezza del territorio.
26 ottobre
- Il presidente della Repubblica Napolitano, riferendosi all`alluvione di Messina, ribadisce che bisogna “dare precedenza assoluta, rispetto ad altre cose meno urgenti, a garantire gli investimenti e le risorse per superare questa condizione di dissesto idrogeologico”.
25 ottobre
- “Sono state sono bruciate risorse enormi, sottraendole alla ricostruzione vera e spendendoli – grazie al potere di Ordinanza e di Deroga – praticamente fuori da ogni controllo, anche della Corte dei conti”. Durissimo articolo pubblicato da Libera Informazione sul “modello Abruzzo”. Sprechi, presenze mafiose e deliranti operazioni di propaganda come “tutti al mare a spese dello Stato”…
24 ottobre
- Un miliardo e trecento milioni destinati all`apertura dei cantieri del Ponte. Intanto gli alluvionati di Giampilieri sono ancora nei centri di accoglienza dove comincia a scarseggiare anche l`assistenza medica. I comitati spontanei rivendicano l`utilizzo di ogni risorsa economica per la messa in sicurezza del territorio e la ricostruzione di Giampilieri in loco
23 ottobre
- Si sta sciogliendo come neve al sole l`infallibile macchina della Protezione Civile. Le narrazioni dalle zone del disastro lamentano con sempre maggiore frequenza di interventi più di facciata e mediatici che reali. Intanto la realtà ci dice che nei luoghi dell`accoglienza cominciano a sparire i presidi medici e aumenta il senso d`abbandono. Adesso che i riflettori si stanno spegnendo inizia la partita vera. Il movimento contro il ponte annuncia la propria mobilitazione per il 19 dicembre a Villa San Giovanni contro la posa della prima pietra. A Messina gli attivisti del movimento iniziano a dialogare con i comitati nati tra coloro che sono stati colpiti dalle frane.
21 ottobre
- Ed ora anche la mafia. La DIA ha individuato quattro ditte impegnate in Abruzzo nel progetto CASE e ritenute collegate ad organizzazioni criminali. Ad una impresa di Gela, incaricata di un lavoro per 160 mila euro, è stato revocato il sub-appalto, ma quando il lavoro era stato ultimato. L`inserimento della criminalità è stato di fatto agevolato da un decreto del governo che ha allargato le possibilità di subappaltare a ditte edili terze fino al 50% dei lavori, senza bando.
18 ottobre
- Il presidente della Regione Lombardo, il presidente della Provincia Ricevuto e il sindaco di Messina Buzzanca hanno nuovamente visitato i luoghi del disastro. Lì hanno ricevuto contestazioni da abitanti colpiti dalle frane stanchi dei ripetuti annunci d`intervento accompagnati da una scarsa opera sul campo. Le lamentele sono ormai approdate sugli schermi delle tv e sempre più diffusamente si rifiuta il modello delle “new town”. Sabato scorso la ministra per l`ambiente Prestigiacomo (in coerenza con la linea del presidente del Consiglio) aveva confermato l`inevitabilità dell`evacuazione di Giampilieri e la necessità di costruire altrove. A queste parole ha risposto nel giornata di domenica il sindaco Buzzanca giudicando le esternazioni della ministra “opininoni personali”. L`episodio segnala, evidentemente, il proseguire delle tensioni tra governo centrale e poteri locali. Dal punto di vista delle risorse a disposizione va detto che non si sente più parlare del miliardo promesso da Berlusconi, mentre Lombardo pensa ai residui di Agenda 2000 e ai fondi 2007-2013, con evidente spostamento dell`attenzione dalle casse dello Stato a quelle della Regione.
15 ottobre
- “Le emergenze sono state affrontate e superate brillantemente” ha dichiarato ieri al Tempo Gianfranco Rotondi, ministro per l`Attuazione del programma di governo. Invece, con l`arrivo dell`inverno, si fa drammatica la situazione dei seimila sfollati abruzzesi ancora nelle tende. Alla fine di settembre, aveva promesso Berlusconi, le tende sarebbero state smontate.
14 ottobre
- Il “modello L`Aquila” proposto per Messina si rivela un fallimento, nonostante l`oscuramento del media. La rabbia degli sfollati di Piazza D’Armi, abbandonati a loro stessi da oltre un mese sia dalla Protezione Civile che dall’amministrazione comunale, è sfociata in una protesta spontanea che ha portato ad un improvvisato blocco della circolazione stradale della rotonda di Santa Barbara.
Il campo, per mesi vetrina mediatica della gestione post terremoto, è stato smobilitato all’inizio di settembre: tutti fuori, tranne una quarantina di Aquilani che sono stati letteralmente abbandonati lì. Venti tende circa, niente mensa, niente presidio medico, nessuna assistenza nonostante che alcuni degli sfollati siano disabili o persone molto anziane bisognose di cure continue non più garantite. Come sempre in questi casi, imponente la presenza delle forze dell’ordine.
13 ottobre
- I cittadini di Giampilieri, costituiti in comitato, bocciano l`ipotesi berlusconiana della “new town” e chiedono la ristrutturazione delle loro abitazioni, oltre che il consolidamento del versante della montagna. Allo stesso modo, gli abitanti di Altolia e Molino, due piccoli villaggi a nord di Giampilieri, “si dichiarano contrari [all`evacuazione] e pronti alla resistenza ad oltranza tramite la disobbedienza civile”.
11 ottobre
- “Case nuove in pochi mesi, villaggi ricostruiti in aree diverse”, promette Berlusconi agli 800 sfollati. Il piano di aiuti del governo sarebbe già esecutivo. La gente del posto, riunitasi in comitato, dice no: “Non ci stiamo. Piuttosto provvedano a mettere in sicurezza il territorio”. Dall`assessore regionale al Lavori pubblici Nino Beninati parte una proposta diversa: dare ai senzatetto un contributo per l`acquisto di alloggi già esistenti in città.
10 ottobre
- Fischi e contestazione per Berlusconi, questa volta dalla gente comune. Non sono bastate le solite promesse di interventi rapidi e miracolosi. Imponente cordone di polizia contro i… giornalisti. Un`inviata spintonata e gettata a terra mentre fa una domanda non gradita (se il Ponte è ancora una priorità)
9 ottobre
- Berlusconi promette nuovamente “case nuove entro pochi mesi” ed annuncia che sarà presente ai funerali in Cattedrale. Concesso il lutto nazionale e la diretta Rai
8 ottobre
- I detriti dell`alluvione sarebbero un milione di metri cubi, secondo l’assessore provinciale all’ambiente Petrella. La prima collocazione utilizzata è stato un terrapieno ai margini della foce del fiume Nisi, in pieno centro abitato di Nizza di Sicilia (una parte è, comunque, visibile nell’alveo del fiume). Esaurito rapidamente il primo sito, i camion hanno fatto rotta su Furci, dove utilizzano un altro terrapieno sul margine del fiume che separa il paese da Roccalumera.
Altri cittadini dicono di aver visto camion che scaricano nella vecchia discarica di Larderia, accanto al Forte Cavalli. Qualcuno aveva proposto di utilizzare le vecchie cave ma, a quanto pare, la soluzione è stata considerata troppo costosa.
7 ottobre
- Polemiche all`insegna del vittimismo da parte dei politici locali. Il presidente della Regione Lombardo protesta per il mancato minuto di silenzio sui campi di calcio, il sindaco di Messina per il mancato lutto nazionale. Il tema è la risonanza dello spettacolo. Le responsabilità e soprattutto le ipotesi di riqualificazione del territorio sono completamente sparite dal dibattito.
6 ottobre
- “La prossima strage la stanno costruendo oggi proseguendo con questa linea di politica del cemento”. Le agenzie Apcom e AGI rilanciano le risposte del WWF e del movimento No Ponte alle dichiarazioni di Matteoli
- Le opere “collaterali” riguardano la zona che va da Gazzi a Torre Faro, dunque molti chilometri a nord di Giampilieri e Scaletta. Prevedono interventi come il raddoppio della tangenziale che porterà un nuovo dissesto delle colline. Guarda la mappa delle opere collaterali previste
5 ottobre
- Il ministro Matteoli assicura che il Ponte sullo Stretto si farà. Anzi, sottolinea, se fossero già iniziate le opere collaterali alla realizzazione del ponte vero e proprio, con le `migliorie al territorio previste` forse `il disastro sarebbe stato inferiore`. Ecco un quadro della devastazione prevista dalle opere collaterali
- Il governo prosegue nella sua strada, vuole imporre il suo modello: cemento che porta disastri, disastri che paradossalmente generano consenso.
4 ottobre
- Berlusconi contestato. Quello che la tv non mostrerà mai
- La contestazione a Berlusconi viene accuratamente minimizzata da tv e giornali vicini al governo.
- Come già avvenuto in Abruzzo ed in Campania, Berlusconi ha condotto il suo consueto spettacolo tra la gente, promettendo “case nuove col giardino”
3 ottobre
- Dopo aver visto la prima assoluta del film voluto dalla Lega “Barbarossa”, Berlusconi annuncia che alla fine i morti saranno più di 50. Una strana dichiarazione, diversa dal solito stile ottimista e rassicurante.
- Il ministro Prestigiacomo visita gli sfollati. Viene creato un clima di attesa per la visita di Berlusconi, tra smentite ed annunci.
- Protezione Civile prende possesso del territorio, esautorando tutte le autorità locali. L`autostrada A18, unico collegamento disponibile visto il blocco della statale e della Ferrovia, viene requisita dai mezzi di Bertolaso, che per molte ore saranno gli unici autorizzati agli spostamenti