Un videofestival sull’Altro nell’iso...

Cultura e migrazioni

Un videofestival sull’Altro nell’isola simbolo dell’immigrazione

Redazione terrelibere.org
  E’ la porta d’Europa, un luogo simbolo del razzismo e dell’antirazzismo. Ma dal 15 al 18 settembre, Lampedusa sarà anche quel lembo di terra dove per la prima volta si userà il linguaggio delle immagini e l’evocazione dell’arte per tracciare un’idea diversa del dramma dell’immigrazione. Un concorso video e molte iniziative collaterali
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E’ la porta d’Europa, un luogo simbolo del razzismo e dell’antirazzismo. Ma dal 15 al 18 settembre, Lampedusa sarà anche quel lembo di terra dove per la prima volta si userà il linguaggio delle immagini e l’evocazione dell’arte per tracciare un’idea diversa del dramma dell’immigrazione. “L’isola di Lampedusa è conosciuta in tutta Italia come comunità capace di dare speranza, ma spesso anche alla ribalta delle cronache nazionali per le condizioni dei centri d’accoglienza e recentemente per il respingimento delle barche della disperazione”, dicono gli organizzatori.

Il concorso per filmakers affronta invece il tema del rapporto con l’altro e la tematica del recupero della cultura orale e della cultura materiale come strumenti capaci di valorizzare il patrimonio collettivo della memoria storica, che potrebbe conservarsi anche grazie all’apporto di giovani comunità di migranti. Il percorso del LampedusaInFestival (www.lampedusainfestival.it) nasce da lontano, con il primo esperimento nella Val Susa in grande fermento per le lotte contro il Treno ad Alta Velocità. Poi l’analoga di esperienza di Riace, il paese dell’accoglienza che chiese di ricevere proprio i migranti in soprannumero a Lampedusa, dando il via ad una esperienza laboratorio talmente unica da essere raccontata – proprio in questi giorni – da un documentario in 3D di Wim Wenders.

All’esperienza dell’altra Locride sarà dedicato il dibattito “Migranti come risorsa per il territorio”, previsto per giovedì alle 18.30 con i sindaci di Riace e Caulonia. A seguire la presentazione del libro “Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l’Italia”, che racconta la rivolta dei lavoratori stranieri stretti da un lato dalla morsa dello Stato, che li considera “clandestini”, dall’altro da quella della mafia che li opprime con la violenza. Nel corso dell’incontro sarà presentato il prossimo progetto dell’editore terrelibere.org, “Voi li chiamate clandestini”, di Laura Galesi e Antonello Mangano, un viaggio nel mondo dell’immigrazione irregolare che lavora e sostiene in condizioni disumane buona parte dell’economia agricola del meridione.

Il concorso si articola in due sezioni di partecipazione: “Migranti incontro con l’Altro”, aperta ad opere che parlano di diversità, razzismo, ignoranza, pregiudizio e paura. La seconda sezione – “Culture locali cultura materiale” – è dedicata a film sulla ricerca e la salvaguardia di culture, lingue, tradizioni locali e culture materiali, e sul loro rapporto con la modernità e con gli immigrati che spesso portano avanti mestieri ignorati dai giovani del luogo.

Il festival è organizzato dalla Rete dei Comuni Solidali (www.comunisolidali.org), che conta duecentosessantuno fra comuni e province in tutta Italia, e dall’Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), insieme all’Associazione di Lampedusa Arci-Askavusa. Collaborano all’evento Carta, Terrelibere.org, Rete Antirazzista Catania, ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiati di Trieste, Associazione Anthropos, O.I.M. Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Riaceinfestival (Riace – RC), Valsusa Filmfest (Valle di Susa –TO) e Associazione Culturale Spaesati di Trieste.

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