Hanno paura per la propria vita i cittadini di Niscemi doppiamente vittime dei fumi tossici del petrolchimico di Gela e delle onde elettromagnetiche emesse da installazioni trasmittenti per le telecomunicazioni già presenti in contrada Ulmo dal 1991, una zona di preriserva.
Oltre al danno anche la beffa. In seguito ad un accordo bilaterale tra governo statunitense e italiano è stato deciso di installare, nella stessa contrada, un ulteriore sistema conosciuto in tutto il mondo come MUOS (Mobile User Objective System).
Si tratta di un sofisticato sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza (UHF), un sistema multi-service a terminali, siti mobili e fissi in grado di integrare comandi, centri di intelligence, radar, cacciabombardieri, missili da crociera e velivoli senza pilota.
“Le nostre preoccupazioni – sostiene il sindaco di Niscemi Giovanni Di Martino, in occasione della conferenza stampa che si è svolta a Palazzo di Città – non sono dovute a scelte ideologiche o di natura politica, bensì al rischio per la nostra popolazione e per quelle circostanti. I rischi possono essere di natura ambientale e soprattutto per la salute dei cittadini.
Ho scritto personalmente al ministro della difesa per chiedere che venga fatta una commissione di valutazione dei rischi per il territorio; allo stesso modo l’ho fatto con l’Arpa, l’ente pubblico deputato a questo e che ha già iniziato i controlli per verificare se il sito è già saturo di radiazioni. Ci sono però rischi molto gravi per la salute della città che rappresento e che riguarda l’insorgenza di malattie tumorali.
Per questa ragione chiedo, e lo farò con tutte le possibilità di cui dispongo, il blocco dei lavori di installazione fino a quando non avremo certezze sui rischi per la salute degli abitanti. Chiedo, inoltre, la possibilità di entrare all’interno del sito per verificare di persona che il sistema non è in fase di costruzione”. Al feudo Ulmo, infatti, non è possibile accedere per le rappresentanze civili. Le antenne Mous presenti in tutto il mondo dovrebbero essere quattro, tutte in zone rigorosamente desertiche, mentre a Niscemi saranno ubicate a due km dal centro abitativo. Il dramma è che il fattore di rischio reale per gli abitanti di contrarre tumori e mutazioni genetiche, che potenzialmente possono manifestarsi anche a distanza di molti anni, sebbene già presenti in modo latente.
“A tal fine-conclude il sindaco – sarà nostra cura richiedere un monitoraggio permanente sulla intensità e la presenza del campo elettromagnetico nel sito interessato, chiederemo, inoltre, alle autorità sanitarie competenti effettuare uno screening sulla popolazione al fine di accertare l’incidenza sull’insorgenza di patologie tumorali.
Chiediamo fin d’ora che sia sospeso l’iter istruttorio per il rilascio dell’autorizzazione per l’inizio dei lavori, fino a quando tutte le garanzie saranno certe” E che vi sia una forma di risarcimento per la penalizzazione che il comune di Niscemi ha avuto in seguito all’installazione della base.