Si vuole trasformare Lampedusa in una isola fortezza, con un danno enorme per i suoi abitanti e per le prospettive di sviluppo di tutte le isole Pelagie. La futura attuazione della direttiva comunitaria sui rimpatri n. 115 del 2008, con il prolungamento dei termini della detenzione amministrativa fino a 18 mesi, con la possibilità di espellere anche minori non accompagnati, potrà rendere ancora più esplosiva la situazione a Lampedusa, soprattutto quando il tempo migliorerà e gli arrivi si intensificheranno ancora di più.
La scelta di bloccare tutti i migranti giunti a Lampedusa nel nuovo centro di detenzione e nel centro di accoglienza, adottata da Maroni e confermata da Berlusconi, deteriora il quadro delle garanzie dei diritti fondamentali finora riconosciuti comunque ai migranti, anche se irregolari, in base all’art. 2 del testo unico sull’immigrazione, n.286 del 1998. Non sono neppure chiari i termini degli accordi con la Libia e non si comprende su quali basi Maroni rinegozierà gli accordi del 2003 con la Tunisia, accordi che non sono mai stati ratificati dal Parlamento.
E’ forte la preoccupazione che il governo possa riprendere la prassi dei rimpatri di massa, che già nel 2005 sono stati sanzionati dal Parlamento Europeo come violazione del divieto di espulsioni collettive previsto dalla Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo. Occorre salvaguardare il diritto di asilo e la protezione internazionale contro i minacciosi proclami degli esponenti di governo che mettono in discussione persino i diritti e gli standard di accoglienza riconosciuti dalle Convenzioni internazionali.
Anche chi proviene dalla Tunisia, e non solo dalla Libia, può avere diritto al riconoscimento di uno status di protezione internazionale, da anni il governo di quel paese reprime le proteste dei lavoratori ed incarcera sindacalisti ed oppositori politici. Le recenti direttive del ministro Maroni, che hanno portato alla congestione del “Centro di prima accoglienza e soccorso” di Lampedusa, come mai si era verificato in precedenza, mettono a rischio gli operatori delle organizzazioni umanitarie che nei due anni precedenti hanno contribuito a migliorare la condizione dei migranti giunti nelle isole Pelagie.
L’ASGI, anche in considerazione delle iniziative della Procura di Agrigento nei confronti di quanti hanno protestato contro l’apertura di un nuovo centro di detenzione, promuoverà, insieme ai soggetti che si renderanno disponibili, tutte le possibili iniziative nelle sedi politiche, amministrative e giurisdizionali per aiutare i migranti a fare valere i loro diritti, per difendere ovunque i diritti di manifestazione, e per restituire dignità e autodeterminazione alla popolazione di Lampedusa.
Torino – Palermo – Agrigento, 24 gennaio 2009
SCHEDA – Accoglienza, espulsione, asilo: i centri dell`immigrazione in Italia
IN ITALIA le strutture che accolgono e assistono gli immigrati irregolari, secondo i dati forniti dal ministero dell`Interno, sono distinguibili in tre tipologie:Centri di accoglienza (Cda), Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), Centri di identificazione ed espulsione (Cie).
I Centri di accoglienza (Cda, noti anche come Cpa, Centro prima accoglienza o Cspa, Centro di soccorso e prima accoglienza) “sono strutture destinate a garantire un primo soccorso allo straniero irregolare rintracciato sul territorio nazionale”. Il Viminale precisa che l`accoglienza nel centro “è limitata al tempo strettamente necessario per stabilire l`identità e la legittimità della sua permanenza sul territorio o per disporne l`allontanamento”. Oltre a Lampedusa (Agrigento) con 804 posti, Elmas (Cagliari) 200 posti e Pantelleria (Trapani) 25 posti, che sono Centri di primo soccorso e accoglienza, i centri attualmente operativi sono Bari Palese, area areoportuale con 744 posti; Restinco (Brindisi) 180 posti; Caltanissetta, Contrada Pian del Lago 360 posti; Crotone, località Sant`Anna 1202 posti; Foggia, Borgo Mezzanone 342 posti; Gradisca d`Isonzo (Gorizia) 112 posti; Cassibile (Siracusa) 200 posti.
I Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) sono “strutture nelle quali viene inviato e ospitato per un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentire l`identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato”.
I centri attualmente operativi sono a Caltanissetta, Contrada Pian del Lago con 96 posti, Crotone, località Sant`Anna 256 posti, Foggia, Borgo Mezzanone 198 posti, Gradisca d`Isonzo 150 posti, Milano, via Corelli 20 posti, Trapani, Salina Grande 260 posti. Con decreto del ministro dell`Interno vengono utilizzati per le finalità dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo anche i Cda di Bari e Siracusa.
I Centri di identificazione ed espulsione (Cie) spiega il ministero dell`Interno, sono “gli ex Centri di permanenza temporanea (Cpt) e assistenza: strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all`espulsione”.
Tali centri “si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle forze dell`ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari”. In questi centri il termine massimo di permanenza degli stranieri “è di 60 giorni complessivi (30 giorni, più ulteriori 30 su richiesta del questore e conseguente provvedimento di proroga da parte del magistrato).
I centri operativi sono dieci (escluso quello di Lampedusa annunciato ieri dal ministro dell`Interno Maroni che ha provocato la protesta dei residenti): Bari – Palese, area aeroportuale con 196 posti; Bologna, Caserma Chiarini 95 posti; Caltanissetta, Contrada Pian del Lago 96 posti; Catanzaro, Lamezia Terme 72 posti; Gorizia, Gradisca d`Isonzo 136 posti;Milano, via Corelli 84 posti; Modena, Località Sant`Anna 60 posti; Roma, Ponte Galeria 300 posti; Torino, Corso Brunelleschi 90 posti; Trapani, Serraino Vulpitta 31 posti.
Al termine dell`elenco pubblicato sul sito nelle pagine dedicate all`immigrazione il Viminale tiene a precisare che “la capienza indicata può essere soggetta a variazioni in relazione ad eventuali lavori di manutenzione”.
Da repubblica.it