BOLZANO – E` la prima esperienza del genere in Italia, una sorta di via di mezzo tra la situazione attuale e le “classi ponte” proposte dalla Lega: la Provincia autonoma di Bolzano ha varato una delibera che dal prossimo anno scolastico istituisce un tetto del 30% per la presenza di alunni stranieri nelle classi delle scuole di ogni ordine e grado del territorio. In sostanza, due terzi degli studenti tra i banchi dovranno essere sempre e per forza italiani, tedeschi o ladini.
La delibera, approvata dalla giunta di centrosinistra lunedì scorso, era stata presentata dall`assessore alla Scuola tedesca (la provincia ha due responsabili dell`istruzione, italiano e appunto tedesco) Otto Saurer: entrerà in vigore il prossimo febbraio, quando scattano le preiscrizioni per l`anno scolastico che verrà.
“Non abbiamo mai pensato di raccogliere posizioni come quelle delle classi separate, anzi per noi è importantissimo lavorare sul dialogo e sullo scambio di esperienze tra i ragazzi”, precisa l`assessore alla scuola (italiana) Francesco Comina, “ma per lavorare con serietà sull`inserimento linguistico e sull`integrazione e non pregiudicare questi intenti era necessario mettere un tetto”.
I ragazzi che studiano nelle scuole in provincia di Bolzano sono circa 79mila, di cui circa 5mila stranieri, concentrati quasi tutti nelle scuole di lingua italiana: in media, in provincia, l`incidenza per classe degli alunni immigrati è circa del 6,5%. A Bolzano però, dove vive la maggior parte degli stranieri, la situazione è differente: qui la media per classe è di circa il 15%, con disparità tra istituti e picchi che – nelle scuole del centro città – arrivano al 40%, soprattutto alle elementari.
“Quando la presenza degli immigrati diventa troppo forte il controllo e il lavoro didattico sono più difficili”, spiega Comina, sottolineando però come “il tetto del 30% è alto rispetto alle medie reali. Eppoi abbiamo raccolto i sentimenti dei direttori scolastici e anche la consulta degli immigrati si è detta d`accordo”.
Dalla scorsa estate la Provincia aveva anche organizzato presso le scuole i primi centri linguistici, dove i ragazzi stranieri potevano apprendere (senza obblighi) l`italiano o il tedesco seguendo i corsi di équipe di linguisti e docenti specializzati, “affinché ci fosse più possibile integrazione”. Forse non bastava.