Non lasciamoli soli. La protesta forte e civile degli immigrati, esplosa a seguito dell’ennesimo raid mafioso nel quale a Rosarno sono stati feriti gravemente due giovani ivoriani, è un appello umano diretto al cuore ed alla coscienza civile del popolo della Piana e della Calabria.
Raccogliamolo per costruire, assieme a loro, una nuova, forte ed unitaria battaglia democratica. Tutti insieme : le persone oneste e laboriose, le associazioni laiche e religiose, le forze politiche libere e pulite ed, innanzi a tutti, le organizzazioni sindacali della Piana e della Calabria.
Quelle organizzazioni che nei decenni scorsi hanno condotto grandi lotte sociali e civili come quelle contro il caporalato mafioso che opprimeva braccianti e raccoglitrici di ulive, che venivano trasportate in ogni angolo della regione su camion tanto sgangherati che alcune di loro ci hanno rimesso la vita.
Oggi c’è estremo bisogno del vigore di quelle lotte. Ne hanno bisogno gli immigrati sfruttati, derubati e violentati, ne hanno bisogno le nostre popolazioni per liberarsi dall’oppressione della’ndrangheta che rende ancora più acuta e drammatica la crisi economica che sta sconvolgendo il mondo. Costruire lotte sociali e civili ed iniziative per rafforzare sentimenti di reciproco rispetto ed integrazione tra popoli di diversa storia e cultura.
A tal proposito la Commissione straordinaria che guida il comune di Rosarno potrebbe ripristinare ‘La giornata della fratellanza umana’ che per tanti anni si è svolta nel giorno dell’Epifania con l’attiva partecipazione di associazioni laiche e religiose.
Una festa popolare che riempiva piazza Valarioti ed accomunava per molte ore, in canti e balli internazionali, centinaia di persone delle diverse nazionalità africane ed europee presenti a Rosarno.
E ripristinare dalla prossima primavera il ‘Premio Giuseppe Valarioti ‘assegnando l’edizione 2009 ad immigrati che si sono distinti nella difesa dei diritti umani universali. Gli immigrati sono nostri fratelli come le centinaia di migliaia di Calabresi che, nel secolo scorso, si sono sparsi per il mondo in cerca di lavoro e di un tozzo di pane per i loro figli.
E sono parte importante delle nostre comunità, alle quali danno il contributo del lavoro delle loro braccia, della loro intelligenza, del loro sapere e della loro generosità. Meritano tutto il nostro rispetto, la nostra solidarietà ed il nostro sostegno nella rivendicazione dei loro diritti e nelle lotte per conquistarli.