Le voci e i bisbigli attorno all`edificio 2 della Cittadella hanno lasciato il campo a un urlo di denuncia. Da anni si racconta di decessi e malattie sospette tra chi frequentava assiduamente i laboratori della struttura, sottoposta a sequestro preventivo sabato 8 novembre e al centro di un`indagine della Procura, iniziata da un esposto anonimo. Ora la Procura ha aperto un nuovo fascicolo a seguito di una denuncia del padre di un ragazzo, Emanuele Patanè, morto alla fine del 2003: omicidio e lesioni colpose i reati ipotizzati.
A presentare la denuncia l`avvocato Santi Terranova, già incaricato di seguire vicende simili, come quella delle leucemie sospette a Lentini, che è stato designato come legale anche da altri 11 soggetti, con qualcosa in comune: l`aver lavorato all`interno del Dipartimento di Farmacia e aver contratto un male in alcuni casi fatale.
Ad essersi rivolti all`avvocato Terranova sono quattro familiari di persone decedute e otto ammalati. “Tutte persone con patologie, specie oncologiche, relazionate al lavoro svolto. Carcinomi all`apparato digerente, tumori ai polmoni, endometriosi, asma bronchiale”, spiega il legale.
La prima denuncia, dunque, è quella della famiglia di Emanuele Patanè, dottorando in Farmacia, deceduto nel 2003, a soli 29 anni, per un tumore al polmone destro. Emanuele andava in facoltà tutte le mattine e ha svolto attività di ricerca dal `99 al 2003. Nel 2002 si ammala ed è convinto che la sua patologia sia legata a ciò che succede in laboratorio. Per questo scrive un memoriale, appuntando tutto. “Sono descritte situazioni allucinanti, come il malfunzionamento delle cappe e il non rispetto delle norme di smaltimento”, spiega l`avvocato.
“A casa raccontava delle anomalie che vedeva a lavoro”, dice il fratello Andrea. Emanuele aveva già deciso di rivolgersi ad un avvocato. “E` stata la malattia che non gli ha permesso di portare avanti la sua battaglia”, continua Andrea. Negli ultimi mesi, infatti, Emanuele era andato in Florida per curarsi, presso la Mayo Clinic. Lì, ospite di una zia, è venuto a mancare nel dicembre del 2003.
Una morte che certo ha fatto tanto parlare a Farmacia. Nonostante questo, “Da parte della facoltà è come se mio fratello non avesse mai lavorato lì. Nessuno ci ha contattato, solo il giorno del funerale era presente qualche professore per delle formali condoglianze. Nulla più”, racconta Andrea con rassegnazione.
Santi Terranova ha già chiesto una consulenza tecnica di parte, con un proprio medico legale e un medico del lavoro. “Per il resto, ovviamente, chiederò che i tecnici della Procura vengano da fuori, non dalla Sicilia”, ci tiene a precisare l`avvocato. Si vuole evitare che eventuali pressioni finiscano per ostacolare le indagini. Si sa già che a questa prima denuncia seguiranno le altre.
Stupide voci?
Riprendiamo un articolo-denuncia apparso l`11 marzo 2004 sul Caduceo, periodico degli studenti della facoltà di Farmacia. Uno studente, prendendo spunto dal manifesto funebre di Emanuele Patanè riferisce dei sospetti suoi e dei colleghi sui cattivi odori presenti nell`edificio 2
Sveglia alle 8.30, non perché ho sentito la sveglia “strillare”, ma solo per la fantastica fenomenologia del mio carissimo coinquilino che con i suoi Muse e altri ancora non fa che dare fastidio.
D`accordo, rilassati, fai dei lunghi respiri… e soprattutto non fargli prendere una brutta piega a questa bella giornata! Un caffè veloce e via! Oggi si studia in aula studio, così vedo di prendere un libro e se ce la faccio vado in palestra.
Incredibile ma vero! Riesco a prendere il 429 al volo e con il biglietto in tasca… Strano ma vero… Arrivo davanti alla Cittadella alle 9.14, mi fermo e saluto un`amica… Tutto procede secondo i piani, sto per entrare ma nuovamente mi fermo, stavolta non per un`amica… ma solo per un particolare a me poco chiaro. Che ci fa un annuncio funebre poco prima dell`entrata della Cittadella? Boh… rimango a leggere: Emanuele Patanè morto all`età di 29 anni in Florida.
Riesco a chiedermi come sarà morto che si profila davanti a me Maria con il suo sempre più gradito sorriso ricordandomi di prestargli al più presto gli appunti di fisiologia. Ok! Vista la mia eccezionale propensione verso il prossimo, decido di darglieli a patto che non li rovini… Toglietemi tutto tranne gli appunti di fisiologia!
A parte gli scherzi e soprattutto dopo questa breve parentesi, giungo nella hall di Farmacia con Maria per andare a prendere un altro caffè, così mi sveglio perbenino. A quanto pare il caffè non serve più. E` la solita puzza che si dice provenire dalle fogne, non riesco neanche ad entrare in aula studio che rischio di morire per asfissia. Decido con Maria di andare a studiare a Chimica ma devo necessariamente procurarmi il libro di Biochimica, quindi sono obbligato ad entrare. Lascio il documento e prendo il libro.
Sono le dieci meno venti, ora in cui scappo insieme a Maria dall`aula studio, non senza il mio caffè. Mi accingo verso le macchinette e mi fermo a chiacchierare con un simpatico gruppetto. Parlano della puzza e da cosa probabilmente sia stata originata. Tra le varie teorie esposte, una in particolare mi coglie un po` perplesso ma sinceramente preoccupato. Sarebbe a dire che quella puzza, che per mesi aveva avvelenato l`aria di chi voleva per diritto studiare in aula studio, non era altro che il ristagno, o meglio ancora, i rifiuti tossici che venivano per incuria gettati.
Ora, quello che avrebbe potuto magari farmi tacere non si limita alla semplice puzza di fogna, ma insieme alle voci che girano nella hall di questa facoltà, a quanto pare, ce ne stanno altre ed il motivo, per cui ho deciso di renderle pubbliche riservandomi di non andare oltre, è molto serio! La domanda che mi pongo è: ma non si dovrebbe chiamare un ispettore? Si… Comunque qualcuno che possa al di là di ogni ragionevole allarmismo tranquillizzarci?