Nei mesi invernali, da novembre a febbraio, migliaia d`immigrati si riversano nelle campagne della Piana di Gioia Tauro per lavorare alla raccolta di mandarini e arance.
Le visite di MSF nell`area si sono svolte a Rosarno (RC), San Ferdinando (RC) e nella frazione di Marotta (RC) durante il mese di novembre 2007. Nel corso dell`indagine MSF è venuta in contatto con comunità di immigrati stagionali che versavano in condizioni spaventose: sfruttamento sul lavoro, alloggi totalmente inadeguati, esclusione sociale e in alcuni casi episodi di violenza costituiscono la realtà quotidiana degli stagionali in quest`area.
La situazione nella Piana di Gioia Tauro presenta caratteristiche riferibili dunque a un contesto di crisi umanitaria.
Per questo dal 2006 MSF ha operato nell`area anche per garantire l`accesso alle cure agli immigrati irregolari. I dati seguenti mostrano come le condizioni di vita e di lavoro non siano mutate in questi anni e come l`emergenza continui. Il 90 % degli intervistati vive in strutture abbandonate. Si tratta di fabbriche non più in uso o di cascinali disabitati sprovvisti di riscaldamento, elettricità, acqua corrente e servizi igienici. In alcuni casi i migranti sono costretti a pagare un affitto, come nel caso di una struttura in cemento costruita sotto un ponte e affittata per 500 Euro al mese. Ogni anno, durante i mesi della raccolta, il numero degli immigrati presenti nella zona di Rosarno quadruplica, raggiungendo circa le 4mila unità su una popolazione locale di 15mila. Nel corso dell`indagine è emerso che le autorità locali sono consapevoli dello stato di emergenza igienico sanitaria delle comunità di lavoratori stagionali. Tuttavia, nonostante le pressanti richieste da parte di MSF non è stato possibile realizzare interventi strutturali per garantire condizioni minime di accoglienza, con la motivazione che si trattava di lavoratori stranieri irregolari.
A rendere la situazione ancora più drammatica, gli immigrati intervistati hanno denunciato di essere vittime di maltrattamenti e atti di violenza, come il lancio di pietre e oggetti, da parte di adolescenti per lo più.
Nella Piana di Gioia Tauro sono state raccolte 111 interviste ed effettuate 124 visite mediche. Il 90% del campione è composto da immigrati irregolari, di cui l`87% ha un`età inferiore ai 30 anni.
Dai dati raccolti emerge che solo la metà dei migranti intervistati stava lavorando e di questi nessuno era provvisto di un contratto di lavoro. Nella zona gli immigrati lavorano in media 2 giorni a settimana per 25 euro al giorno.
Nell`85% dei casi, gli stranieri devono acquistare stivali e guanti per affrontare il lavoro. Ogni giorno, fin dalle prime ore dell`alba, si riversano nel centro del paese aspettando di essere reclutati da datori di lavoro e caporali. Nel 10% dei casi gli stranieri pagano 5 Euro ai caporali per il trasporto al campo.
Nella zona sono presenti 4 ambulatori STP. Gli ambulatori STP si avvalgono inoltre di servizi sociali quali la mediazione culturale e attività di promozione dei servizi sanitari offerti presso le diverse comunità.
Nonostante la presenza di un assetto ottimale teso a garantire una risposta adeguata ai fabbisogni sanitari, al momento della visita di MSF, l`83% degli intervistati ha dichiarato di essere privo di codice STP perché non ne conosceva l`esistenza. Questa incongruenza può essere spiegata dall`alta percentuale di immigrati giunti in Italia da meno di 6 mesi e dalla forte stagionalità del campione (l`87% si trovava in loco da meno di un mese).
Di conseguenza non conoscendo i servizi STP ancora una volta gli immigrati stagionali si rivolgono ai presidi di Pronto Soccorso in quanto rappresentano la modalità d`accesso alle cure più immediata e visibile.
La Calabria rappresenta una tappa di transito quasi obbligata per gli immigrati appena sbarcati in Italia e che escono dai Centri di Prima Accoglienza. Infatti circa il 65% degli intervistati ha dichiarato di trovarsi nel paese da meno di 6 mesi. Da segnalare che il 45% degli intervistati ha ottenuto assistenza sanitaria nei Centri di Prima Accoglienza e tra questi il 40% ha lamentato di non essere stato visitato al momento della consultazione medica.
Tale dato mette in luce un altro aspetto che lede il diritto alla salute degli immigrati: nel sistema dei centri di accoglienza sembra non essere garantita un`adeguata risposta sanitaria ai bisogni degli stranieri ospitati.
Per quanto riguarda le condizioni sanitarie rilevate da MSF, le infezioni delle alte vie respiratorie rappresentano un importante motivo di visita (14% dei pazienti).
Il 30% degli intervistati cucina con il fuoco, spesso in spazi non areati. Probabilmente anche la scarsa protezione dal clima freddo influisce considerevolmente sull`insorgenza di queste patologie. Una certa attenzione meritano anche le malattie gastroenteriche riscontrate nel 15% dei pazienti (5% con gastriti) e quelle osteomuscolari che interessano un`alta percentuale d`immigrati (28%).
Nonostante gli sforzi da parte dell`ASL locale per fornire una risposta strutturata e adeguata ai fabbisogni degli immigrati irregolari, purtroppo l`accesso alle cure resta limitato. Considerata la forte stagionalità degli stranieri e l`alto turnover delle presenze la promozione dei servizi dovrebbe essere quindi potenziata. MSF chiede che consultazioni mediche, prescrizioni terapeutiche e follow up siano garantiti a tutti gli immigrati presenti nei Centri di Accoglienza in Calabria.
MSF chiede al Ministero dell`Interno di inviare le ASL di competenza per monitorare periodicamente che cure e le prescrizioni terapeutiche all`interno dei Centri di Accoglienza siano garantite.
Considerate le spaventose condizioni degli stagionali nella Piana di Gioia Tauro, MSF chiede alle autorità locali di affrontare un`emergenza ricorrente garantendo condizioni minime di accoglienza per tutti gli stranieri impiegati come stagionali agricoli a prescindere dal loro status giuridico.