Circa 300 vittime di scontri armati sarebbero sepolte in una quarantina di fosse comuni nella zona di El Tarra, dipartimento orientale di Norte de Santader, senza che sia stato possibile finora esumarne le spoglie e restituirle ai familiari: lo denuncia un rapporto del ‘Nodo Nororiental de la Coordinación Colombia-Europa-Estados Unidos’, rete che riunisce 20 organizzazioni non governative, stilato al termine di una missione umanitaria nella regione del Catatumbo (a cui appartiene El Tarra), teatro dal 1999 di massicce incursioni armate dei paramilitari in lotta con la guerriglia per il controllo delle piantagioni di coca.
“La gente di El Tarra chiede l’intervento dell’esercito e della magistratura per poter riavere i corpi, ma non osa avvicinarsi ai cimiteri clandestini per paura di essere attaccata dai ‘paras’” ha detto al quotidiano El Tiempo Francisco Bustamante, della ‘Asociación para la promoción social alternativa’ (Minga), dopo una visita nel territorio.
“I gruppi armati uccidono la gente e la seppelliscono dove capita. Sappiamo che è necessario ottenere un rapporto ancora più dettagliato su cosa sta accadendo affinché la procura invii dei medici forensi, ma è praticamente impossibile accedere a gran parte dell’area dove sono state segnalate le fosse comuni” ha aggiunto Bustamante. El Tarra, 250 chilometri a nordovest del capoluogo dipartimentale Cúcuta, è stata oggetto di feroci attacchi dei paramilitari soprattutto dal 2001.
“In quell’anno – ha spiegato Bustamante – i ‘paras’ iniziarono a selezionare gli omicidi, assassinando i proprietari di negozi, alberghi e imprese di pompe funebri; molti furono accusati di sostenere la guerriglia. In questo modo i paramilitari imposero un regime di terrore e uno stretto controllo economico su tutta la regione”.
Secondo fonti militari, nell’area sono presenti sia il ‘Bloque Norte’ delle Autodifese unite della Colombia’ – la più vasta organizzazione paramilitare del Paese, ufficialmente impegnata dal luglio 2003 in un processo di pace col governo – che i guerriglieri della colonna ‘Arturo Ruiz’ delle Forze armate rivoluzionarie (Farc) e del fronte ‘Armando Cacua’ dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln).