Lo si apprende dall’ultimo censimento realizzato dall’ONU in Darfur, la regione occidentale del Sudan teatro da oltre quattro anni di un conflitto interno che ha causato una grave crisi umanitaria.
Secondo il rapporto, che denuncia anche un deterioramento della sicurezza nella regione, gruppi armati sono presenti in molti campi profughi, all’interno dei quali si macchiano spesso di azioni violente che hanno più volte costretto a sospendere l’afflusso degli aiuti delle organizzazioni non governative (ong) impegnate in Sudan nell’assistenza ad almeno 4 milioni di persone.
Lo scorso mese, per motivi di sicurezza, le operazioni di assistenza umanitaria nel campo di Kalma (nel Sud Darfur, uno dei tre stati in cui è divisa la regione) sono state interrotte per tre giorni. Una sospensione di due giorni, per gli stessi motivi, ha invece interessato il campo di Zalingei nel Darfur dell’ovest. Il lavoro di volontari e operatori umanitari – sottolinea il rapporto – è diventato più a rischio.
Ad agosto sette veicoli appartenenti a ong sono stati rubati e quattro convogli attaccati; cinque operatori sono stati rapiti, altri tre hanno subito violenza. Nel corso dell’anno sono stati invece cinque gli operatori rimasti uccisi, mentre gli altri sono stati costretti a spostarsi in alcuni casi anche venti volte.
Ieri il portavoce della Croce rossa internazionale a Khartoum ha detto all`agenzia MISNA che la situazione resta volatile, commentando la notizia di nuovi sfollati nell’area di Jebel Marra (zona montagnosa al centro del Darfur). Anche Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite nelle ultime ore ha espresso la propria preoccupazione: “Tutte le parti in causa – recita una nota letta dal portavoce di Ban Ki-moon – devono bloccare qualunque azione militare al fine di creare un clima positivo in vista delle trattative di pace”.
Ad allarmare il segretario generale le notizie di scontri verificatisi nonostante la firma di un comunicato congiunto lo scorso 6 marzo nel quale il governo sudanese si impegnava a cessare le ostilità in Darfur nel periodo che anticipava la ripresa dei colloqui di pace a Tripoli (Libia) il prossimo 27 ottobre.
[GB] – SUDAN 18/9/2007