Crimini ambientali

Brasile. Amazzonia, fra «senzaterra» e senzascrupoli

Marinella Correggia
  Una recente ricerca di Greenpeace Brasile rilanciata dal Movimento Sem Terra rivela che l`Incra, agenzia brasiliana per la riforma agraria, ha realizzato grandi assentamentos (assegnazioni di terre a senzaterra) in aree forestali, invece che in aree già deforestate in precedenza. Nel 2006, l`agenzia ha realizzato 97 cosiddetti «progetti di sviluppo sostenibile» (Psd) in piena foresta primaria, a Santarém, regione occidentale del Pará.
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Il Psd fu «inventato» nel 1999 da Raimundo Lima, direttore dell`Incra, per dare opportunità di reddito a molte famiglie appartenenti a comunità tradizionali. Ogni famiglia doveva ricevere un alloggio e un certo ammontare in denaro, a titolo di credito, per poter iniziare a piantare e coltivare; poteva coltivare il 20 per cento delle terre destinate e sfruttare il legname sul restante 80 per cento, sulla base di precisi piani di gestione delle risorse forestali. Il problema è, secondo gli ambientalisti, che questi piani adesso sono dettati dalle compagnie del legname. Felipe Fritz Braga, procuratore federale a Santarém, sostiene che la forma originale dei Psd come sistemazione e dunque protezione delle comunità tradizionali è stata abbandonata.

Adesso si insediano persone che non appartengono affatto a simili comunità. I coloni ricevono le terre ma vendono i diritti di sfruttamento forestale alle compagnie in grado così di accedere a risorse preziose. Non molte settimane orsono il governo brasiliano annunciava un rallentamento del processo di deforestazione per il terzo anno consecutivo: il ritmo si sarebbe dimezzato fra l`agosto 2004 e il luglio 2006. Per gli ambientalisti questa buona notizia si spiega con la riduzione dei prezzi mondiali della soia amazzonica (ma con la corsa ai biocarburanti – fra i quali la soia – non promette nulla di buono); e anche con i maggiori controlli statali.

Ma le concessioni dell`Incra vanno nella direzione opposta. Secondo il centro di ricerca World Resources Institute, il Brasile è il quarto paese al mondo per emissioni di gas serra e la sua quota di responsabilità deriva per il 70 per cento dalla deforestazione amazzonica, il 15,5 per cento della quale è imputabile alla creazione di assentamentos. Che l`Incra crea con una rapidità tale da non riuscire a dotarli delle infrastrutture necessarie ai coloni; ed ecco perché incoraggia poi le associazioni di coloni ad accordarsi con le compagnie del legname le quali costruiscono strade e acquedotti in cambio dei diritti di sfruttamento forestale. Undici assentamentos sono stati ritagliati nel Parque Nacional da Amazônia su richiesta di un grosso proprietario terriero e le 200 famiglie previste non sono nemmeno arrivate. In altri casi, le famiglie assegnatarie che rifiutano gli ordini delle compagnie vengono ricollocate altrove. Altri assegnatari hanno trovato lavoro nelle città e usano le case negli assentamentos per il fine settimana.

Se questi errori nelle assegnazioni sono responsabilità governativa, è certo però che la gran parte della deforestazione amazzonica avviene in modo illegale, e nell`incapacità/impossibilità di controllo da parte delle autorità pubbliche, anche a causa della carenza di loro personale, in quel far west verde che è l`Amazzonia brasiliana: 1,5 milioni di chilometri quadrati, il 40 per cento della foresta pluviale del mondo, un quinto della quale è già scomparso. Taglio illegale del legname, agricoltura taglia e brucia, allevamento e coltivazione della soia sono i grandi nemici per questo polmone verde, del mondo e dello stesso Brasile: circa il 40 per cento delle precipitazioni nel sud del paese, quello più popolato, più agricolo e industriale, deriva dall`umidità rilasciata dal fitto manto forestale. Tutti sono coscienti della necessità di maggiori controlli (ma se si pensa che la piccola Italia e l`ancor più piccola Grecia non riescono a fermare gli incendi nei loro boschi…) e di mostrare possibilità di reddito alternative, come il legname certificato che offre redditi anche maggiori, e l`uso dei sottoprodotti forestali.

Il Manifesto, 11 settembre 2007

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