Siamo in presenza dell’ennesimo caso di torsione spregiudicata e cinica delle risorse e degli interessi pubblici in direzione degli arricchimenti facili e della speculazione affaristica.
Per questo motivo sollecitiamo la magistratura ad andare fino in fondo nell’individuare le responsabilità di quanti hanno concorso a quella che si prefigura come la più grande devastazione del territorio urbano catanese dopo il sacco del vecchio San Berillo: un’operazione sulla quale è lecito avanzare sospetti di possibili gravi illeciti, nei procedimenti e nella partecipazione ai bandi, basati sul dato oggettivo dell’assenza di contrasto e di ribassi sulla gran parte dei progetti presentati.
L’operato della commissione presieduta da Scapagnini e D’Urso, comprendente figure vicine all’Mpa, e che in passato hanno avuto rapporti di collaborazione con le aree moderate del centrosinistra, non lascia dubbi sulla collocazione subalterna del potere politico catanese, che ha sin qui goduto di una sorta d’impunità garantita dall’inerzia della magistratura, ai poteri forti della città, capeggiati dai cavalieri Virlinzi e Ciancio.
Vigileremo sull’inchiesta, affinché non si ripeta lo scandalo di Viale Africa, dove i cavalieri inquisiti furono trasformati, dalla magistratura, in vittime dei politici, a loro volta successivamente graziati. Se c’è stato ‘un gioco delle tre carte’, tutti i giocatori che vi hanno partecipato vanno perseguiti. Da molto tempo la procura catanese, a differenza di quella palermitana, ha fatto perdere la fiducia di molti cittadini nella imparzialità e nell’autonomia delle istituzioni: non ci accontenteremo dei segnali di fumo, tanto più se dovessero essere utilizzati per rivendicare, nelle alte sfere, meriti inesistenti e così oscurare vecchie opache vicende.
Occorre che le indagini mettano a nudo il sistema di potere politico-affaristico che ha ridotto la città in queste condizioni di degrado e di dissesto finanziario, una città in cui i componenti della commissione si sono riconosciuti un compenso di 100.000 euro a testa, mentre ai cittadini si negano i buoni libro e si aumentano sconsideratamente le tasse sui rifiuti.
Chiediamo che i personaggi coinvolti nell’inchiesta, che rivestono cariche pubbliche, si dimettano o vengano rimossi dagli organi di legge.
Ugualmente sosteniamo che si intervenga, dal consiglio comunale ai ministeri competenti in materia, per l’immediata sospensione e revisione, da ridimensionare significativamente, del Piano Parcheggi.
Catania 5 settembre 20007