Crimini ambientali

Sequestrata cava pomice. Eolie a rischio espulsione Unesco

Il Messaggero
  Sequestrata la cava per l`estrazione della pietra pomice a Lipari. I carabinieri di Catania e Messina hanno stamani eseguito una ordinanza del gip di Barcellona Pozzo di Gotto, Marisa Salvo, che ha disposto il sequestro preventivo dell`area in contrada Ponticello.
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L`area sequestrata comprende anche i pontili di imbarco del materiale con i nastri trasportatori della pietra pomice, tutti i macchinari dell`azienda, compresi 14 autocarri e pale cingolate utilizzate per lo scavo, materiale industriale per l`edilizia, per la produzione di dentifrici, cosmetici, e sanitari, gli stabilimenti della ditta Pumex spa e un`ulteriore area utilizzata per lo stoccaggio dei residui di lavorazione.

Il sequestro. Il provvedimento, scaturito da indagini del Nucleo operativo ecologico (Noe) dei carabinieri di Catania, segue una inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Olindo Canali e Francesco Massara, nella quale è stata documentata «la reale prosecuzione delle attività estrattive nella cava simulata con l`asserita utilizzazione delle scorte disponibili, da parte della Pumex, nonostante le specifiche diffide delle competenti autorità amministrative, oltre il termine di validità dei pregressi titoli autorizzativi non rinnovabili e non rinnovati ostandovi l`esistente vincolo paesaggistico».

Indagati il legale rappresentante e il direttore tecnico dello stabilimento con le accuse di attività estrattiva abusiva, violazioni della normativa urbanistica e di quella paesaggistica, alterazioni di bellezze naturali, deposito incontrollato di rifiuti, furto aggravato di materiale abusivamente estratto. «L`area è stata sequestrata perché ci siamo resi conto che stava proseguendo l`attività estrattiva in zone sottoposte a vincolo paesaggistico, nonostante fosse vietata dal 30 aprile del 2006 ed erano anche stati realizzati accatastamenti degli scarti in violazione della normativa vigente, comportando una modifica morfologica del paesaggio», spiega il pm Francesco Massara durante una conferenza stampa nel comando provinciale dei carabinieri di Messina. Nel corso dell`operazione è stata anche perquisita la sede legale della Pumex ed è stata sottoposto a sequestro la documentazione sulla commercializzazione della pietra pomice.

Stato parte civile. «Ora chiederò alla presidenza del Consiglio che lo Stato si costituisca parte civile nel procedimento», ha detto il ministro dell`Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in una nota, esprimendo “soddisfazione” per l`azione dei carabinieri del Noe nell`area della cava di pietra pomice a Lipari. «Da tempo avevamo sollevato il problema delle cave – aggiunge Pecoraro – che rappresentano, oltre che un`evidente danno ambientale anche l`elemento che rischia oggi di provocare la cancellazione delle Eolie dalla lista dei siti patrimonio mondiale dell`umanità dell`Unesco». Il ministro Pecoraro Scanio, riferisce la nota, aveva inviato ispezioni dei Noe nelle Eolie, e aveva sollecitato formalmente due volte (a dicembre e a marzo) le autorità competenti, in primo luogo la Regione, a fornire chiarimenti e ad assumere tutte le iniziative per far cessare l`attività estrattiva e tutelare l`area vincolata.

«Finalmente bloccata la cava della vergogna», esulta in una nota Legambiente dopo il sequestro dei carabinieri. «Dopo quasi un anno e mezzo di attività fuorilegge, finalmente qualcuno ha deciso di fermare la cava di pomice che rischia di far uscire l`arcipelago delle Eolie dalla lista dei siti patrimonio dell`umanità dell`Unesco», afferma Roberto Della Seta, presidente nazionale dell`associazione ambientalista. «Ancora una volta – prosegue Della Seta – constatiamo con amarezza il fatto che ci sia voluto l`intervento della magistratura per riaffermare la legalità violata. In questa vicenda le istituzioni locali hanno giocato un ruolo molto discutibile, con il Comune di Lipari e la Regione che hanno sempre assecondato la prosecuzione delle escavazioni da parte della ditta Pumex a suon di proroghe e forzature legislative».

L`Unesco. «Le cave di pomice a Lipari sono state fermate, la nostra volontà di certo non è di perdere lo status di patrimonio dell`umanità. È indubbio che le cave devono essere riconvertite, trovando una soluzione anche per i lavoratori: si tratta di un problema sociale, sul quale bisogna intervenire in maniera congiunta», dichiara all`agenzia Adnkronos il sindaco di Leni (isola di Salina) Antonio Podetti, commentando l`allarme lanciato da Giovanni Puglisi, presidente della Commissione nazionale dell`Unesco per l`Italia, in merito alla probabile esplusione delle Isole Eolie dalla lista dei siti dell`Unesco a partire dal 2008. «Le Eolie rimarranno patrimonio dell`umanità, perché stiamo lavorando su tutti i fattori di rischio che potrebbero determinare la loro espulsione dall`elenco dei siti Unesco», assicura l`assessore regionale all`Ambiente della Sicilia, Rossana Interlandi.

Puglisi, rettore dell`Università Iulm di Milano e presidente della Commissione nazionale Unesco per l`Italia, in una intervista al Sole 24 Ore aveva dichiarato: «Le Isole Eolie sono state introdotte nella Lista nel 2000. Da allora in avanti le prescrizioni dell`Unesco, gli accordi che accompagnano il riconoscimento, non sono stati rispettati. In pratica, la cava di pomice di Lipari non è stata chiusa, mentre è in via di realizzazione un maxi-porto turistico non contemplato dagli accordi. Le Eolie a giugno 2008 vanno fuori dalla lista dei siti Unesco. A menodi ardui recuperi in extremis, ma non ne vedo».

Il Messaggero, 1 settembre 2007

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