La finta emergenza

Criminale, inutile e dispendiosa. La missione Nautilus II di Frontex

Antonello Mangano
  L`Europa Fortezza ha un suo ufficio, si chiama Frontex, ed organizza missioni militari di pattugliamento e respongimento. L`ultima, Nautilus II, è stata sospesa per mancanza di fondi, ma soprattutto perché di fatto inefficace. La soluzione militare non ferma gli sbarchi, rende solo più lunghe le rotte, più alte le probabilità di naufragio, più ricchi i trafficanti.
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Si chiama Frontex, nasce nel 2005 come agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne, una delle tante divisioni di una burocrazia europea sempre più barocca, ma è anche quella col compito più originale: sigillare le frontiere dell’Europa Fortezza. Nasce per controllare le Canarie (operazione Hera) e le coste dell’Europa del Sud (Nautilus I e II), in particolare quelle spagnole e italiane.

L’ultima delle missioni era nata nel giugno 2007, e nelle intenzioni doveva durare fino ottobre, con l’impegno di Grecia, Germania, Francia, Spagna e Malta, sede ufficiale di Frontex.

Ad agosto, invece, proprio nel momento in cui gli sbarchi sono più frequenti, l’operazione è stata sospesa per mancanza di fondi.

Navi da guerra, mezzi di guardia costiera, elicotteri bruciano risorse e si sono rivelati scarsamente efficaci, nonostante un comunicato ufficiale che parla di un – 50% di sbarchi di “clandestini” a Malta, si ammette invece un incremento a Lampedusa.

Della diminuzione degli sbarchi in Sicilia ha parlato invece con soddisfazione anche il nuovo capo della polizia italiana Manganelli, in una delle sue prime dichiarazioni. Oltre i numeri, con i quali si può giocare, sono evidenti gli effetti della militarizzazione delle frontiere: si cercano rotte più lunghe e pericolose, ed i mezzi rimangono quelli di sempre, di fortuna, o addirittura più piccoli per sfuggire ai radar.

A luglio, con Nautilus pienamente in funzione, si sono contati 217 morti, almeno questo è il numero di quelli accertati: tra i tanti, 79 annegati nel Canale di Sicilia e almeno 98 sulle rotte per le Canarie.

L`UE ha di fatto effettuato respingimenti collettivi di potenziali rifugiati verso la Libia, paese non firmatario della Convenzione di Ginevra che tutela rifugiati e richiedenti asilo. L’Italia, così come ha già fatto in passato con le espulsioni di massa da Lampedusa, ha contribuito alla violazione della Convenzione: essa vieta esplicitamente il respingimento di richiedenti asilo verso paesi non firmatari come la Libia (principio del non-refoulement, articolo 33).

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