Quelli del Ponte

Mediobanca: Impregilo, quanto mi costó quell’ecoballa

Sara Carlucci
  Dall’organizzazione di un matrimonio ai primi soccorsi per un malato grave. In poco tempo Mediobanca ha cambiato rotta sul fronte Impregilo. Piazzetta Cuccia aveva già ricevuto l’incarico per la ricerca del futuro sposo per la società milanese, dopo il fallimento delle trattative con Astaldi, ora è al lavoro per individuare le soluzioni finanziarie idonee a evitare il tracollo.
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Sarebbero da escludere ipotesi di aumenti di capitale. E probabile piuttosto che sia lanciato un prestito obbligazionario, per raccogliere fino a 400 milioni tramite il quale raccogliere non solo la liquidità da mettere a disposizione del sequestro da 750 milioni disposto su richiesta dei pm Giuseppe Novello e Paolo Sirleo, ma anche per reperire le risorse necessarie a garantire l’operatività del gruppo. L’indagine sugli illeciti nel trattamento dei rifiuti in Campania sta costando cara a Impregilo. Il titolo è crollato in Borsa a anche la Consob vuole vederci chiaro nella vicenda che coinvolge direttamente le due controllate di Impregilo, come Fisia Italimpianti, FIBE e FIBE Campania (queste ultime due da poco presiedute dall’ex prefetto Bruno Ferrante). Secondo gli inquirenti, le due società avrebbero siglato il contratto per la gestione dei rifiuti in Campania pur sapendo di non riuscire a mantenere l’impegno.

L’ipotesi di reato è quella di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il presidente del Gruppo, Massimo Ponzellini, ha cercato di correre ai ripari nel corso di un’audizione alla Consob, almeno dal punto di vista finanziario. Durante l’incontro il manager ha ribadito che l’unica attività del gruppo nel settore del trattamento e smaltimento dei rifiuti è relativa ai progetti Rsu in Campania, di entità estremamente marginale rispetto all’attività complessiva del gruppo. A maggiore dimostrazione di ciò, tale attività dal punto di vista economico è stata oggetto di netta separazione nel bilancio di esercizio 2006 mentre dal punto di vista patrimoniale è stata classificata come attività destinata alla vendita.

Pertanto, spiega Impregilo, “nei piani futuri della società, tale attività è stata classificata come non strategica. Di conseguenza anche la misura interdittiva nel settore smaltimento dei rifiuti non ha effetti sui piani di sviluppo dell’azienda”. Ora spetterà alla magistratura decidere.

Chi non ha perso tempo è stata Astaldi. Ha impiegato molto meno tempo di un qualsiasi processo con rito abbreviato per capire che il matrimonio con Impregilo non si doveva fare.

Panorama, 6 agosto 2007

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