A Milano mentre l`assemblea dei soci Impregilo è concentrata su una riunione straordinaria per apportare alcune modifiche allo statuto della società arriva la notizia che modifica il corso della giornata. Il gip di Napoli Rosanna Saraceno ha disposto di interdire l`azienda, in via cautelare, alla contrattazione con la pubblica amministrazione rispetto allo smaltimento dei rifiuti, insieme al sequestro di circa 750 milioni di euro in beni e crediti. Il presidente Massimo Ponzellini probabilmente si sarà sentito mancare quando nel mezzo della relazione, davanti a una sala gremita, gli comunicano che il tribunale accoglieva le richieste dei pm Sirleo e Nardiello sulla presunta truffa ai danni della regione Campania compiuta dall`Impregilo e da alcune sue controllate, Fisie e Fibe. La prima reazione di Ponzellini è stata chiamare la Consob per sospendere il titolo ed evitare di perdere centinaia di milioni di euro in un nanosecondo. Poi si è dato alla stesura di una nota per chiarire la posizione del gruppo, infine ha dichiarato che oggi il cda farà ricorso contro le decisioni del tribunale.
Sebbene si sia solo in fase di indagine preliminare il gip ha stabilito che l`Impregilo non potrà partecipare a gare pubbliche sui rifiuti per un anno, e pur non accogliendo la richiesta sul sequestro di tutti gli impianti di Cdr campani solo per evitare il collasso del sistema si tratta di una macchia per il buon nome del gruppo. L`impresa sarebbe colpevole per l`emergenza cronica della Campania, perché secondo la procura «pur essendo consapevoli fin dall`inizio che lo smaltimento dei rifiuti non avrebbe potuto funzionare, ha fatto di tutto per dissimulare questa situazione» con una serie «di artifici e raggiri per mantenere le posizioni raggiunte». Ma il magistrato dice di più e punta il dito contro «chi aveva l`obbligo di controllare e di intervenire e non l`ha fatto per troppo tempo». Per questo nel filone di inchiesta tra gli indagati appaiono oltre i fratelli Piergiorgio e Paolo Romiti, proprietari di Impregilo, e gli allora amministratori delegati di Fibe e Fisia Armando Cattaneo e Roberto Ferrarsi, anche il presidente della regione Antonio Bassolino, in qualità fino al 2004 di commissario per l`emergenza rifiuti. Il gup si è riservato di decidere nei prossimi giorni sulle misure riguardo i 28 indagati. «La magistratura campana sta facendo emergere quello che sosteniamo da tempo. Ossia che non si poteva mettere nella mani diuna sola azioneda tutto il ciclo di smaltimento e di gestione dei rifiuti della Campania», ha detto il ministro dell`Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.
Le indagini su Impregilo rappresentano uno dei filoni in mano a un pool di magistrati che ha già prodotto 200 faldoni indagando a 360 gradi nel settore. «E` uno dei pochi provvedimenti cautelari, fatti in Italia nei confronti dei legali rappresentanti di una società che aveva in appalto lo smaltimento dei rifiuti» spiega il procuratore generale Gian Domenico Lepore. Esprime soddisfazione il senatore del Prc Tommaso Sodano: «L`inchiesta è partita da una mia segnalazione nel febbraio 2003, quando leggendo le carte ho capito che i conti non tornavano».
Sono tre i punti oscuri che hanno indotto Sodano alla denuncia: l`andamento della gara d`appalto, l`indicazione dei suoli per gli impianti, lo stoccaggio dei rifiuti. «Quando nel 1999 l`Impregilo vince la gara sullo smaltimento – spiega il senatore – la sua offerta non è la migliore quanto a tecnica, ma solo la più economica, eppure quella dell`Enel viene bocciata». Nel contratto inoltre era chiaramente disposto che la società doveva avere già i suoli dove costruire gli impianti di cdr e gli inceneritori, ma il gruppo li acquista successivamente. Infine era previsto che se l`azienda non fosse riuscita a costruire gli inceneritori si sarebbe accollata lo stoccaggio dell`immondizia in eccesso, ma nel 2001 Bassolino firma un decreto per far sostenere le spese al commissariato. «Insomma – conclude Sodano – sono tutti responsabili di illeciti, l`ex governatore Rastrelli che ha indetto la gara, il primo commissario Losco per averne dato attuazione e Bassolino per aver firmato il contratto. Ora chi pagherà per il disastro ambientale?»
Il Manifesto, 28 giugno 2007