Invece del Ponte

Strutture e investimenti, la città di Messina teme d`essere beffata

Alessandro Tumino
  Cisl e Orsa accusano il ministro Bianchi e Cuffaro per il disimpegno di Rfi e i fondi Fintecna. «Finanziati solo approdi e svincoli, opere per le quali bastavano le leggi ordinarie. E fanno pensar male due studi `in conflitto` per Tremestieri».
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«Lo Stretto sembra essere diventato una torta da mangiare a pezzettini, un terreno di cui ciascuno si può prendere un appezzamento. Un po` come la torta dei fondi Fintecna, di cui vengono annunciati solo 240 milioni per due progetti: il completamento degli approdi di Tremestieri e degli svincoli, opere che potevano trovare copertura in una normale legge di spesa…». E ancora: «Sintomatico che di un nuovo servizio di aliscafi, pur legittima iniziativa privata, il comandante del porto debba apprendere solo dai giornali».

Così ieri mattina, con le parole del segretario provinciale della Cisl, Maurizio Bernava, e del segretario regionale dell`Orsa, Mariano Massaro, la dura denuncia congiunta dei due sindacati, affiancati dal Sap, la sigla dei marittimi precari che, dopo 6 mesi di lotta è pronta a una nuova grande protesta «dato che ancora, dal momento in cui il ministro Bianchi ha garantito l`assunzione di 75 precari, non un solo contratto di stabilizzazione è stato siglato da Rfi o dagli armatori privati».

Torna più rovente che mai nell`intreccio inevitabile tra questioni diverse ma collegate, la complessiva “vertenza Stretto” sulla quale Messina vince o perde la sfida del suo futuro, e ciò a prescindere dalla realizzazione, o meno, del Ponte: si va dalla sempre viva questione sicurezza alla conclamata mancanza di nuovi investimenti e strategie d`ampio respiro da parte di Rfi specie per la mobilità dei pendolari; dalla strana duplicazione di “studi di fattibilità” da parte dell`Autorità portuale e del Comune per l`ampliamento degli approdi di Tremestieri, a quella grande aspirazione di cui non sembra esservi più traccia concreta (in termini di sinergia reale con le Fs) chiamata “Riorganizzazione del Nodo ferroviario” e tesa a restituire alla città il tesoro perduto del suo fronte a mare.

Le denunce e le accuse di Cisl ed Orsa, rilanciate ieri, sono al ministro ai Trasporti, Alessandro Bianchi, il quale «anche a prescindere dalle sue relazioni personali e professionali, è diventato uno specialista nella convocazione di tavoli romani che non portano frutti» ma anche al governatore Totò Cuffaro che – ha osservato Bernava – non può fare il doppio gioco politico di insistere sul Ponte nel nome della mobilità nell`area dello Stretto da un lato e di volere, dall`altro, spartire tra tutte le provincie siciliane quelle risorse che sono appunto destinate a supplire allo stesso Ponte nell`area dello Stretto!». E in causa è chiamato direttamente il presidente del Consiglio Romano Prodi. Preoccupazioni sul percorso dell`ampliamento degli approdi di Tremestieri sono state espresse ieri anche dal segretario provinciale della Fit Trasporti, Enzo Testa, così come dal segretario dell`Orsa Mariano Massaro: «A sentire che si vogliono fare due binari a Tremestieri – osservano – viene da pensare un po` male: al fatto che sono stati già soppressi 12 treni a lunga percorrenza, e che magari, su questa scia, qualcuno pensa a ridurre in futuro, al minimo, il ruolo del vettore pubblico, anche ferroviario, magari a beneficio dei privati, nell`area dello Stretto». Del resto – ha ricordato il segretario regionale Orsa, Nino Carreri – il piano d`impresa di Rfi definisce tratte remunerative solo le direttrici Milano-Torino-Venezia e la Milano-Napoli. Mentre su tutto il resto, il “servizio universale”, si prevedono già gare d`appalto senza garanzia dei livelli occupazionali. L`ing. Moretti lo ha detto chiaro: Fs non ha più voglia di fare l`armatore dello Stretto. E Bianchi non chiarisce le reali intenzioni del governo a proposito delle infrastrutture ferroviarie sul versante messinese».

Gazzetta del Sud, 22 giugno 2007

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