Insomma, che vi siano 270 miliardi di euro di evasione fiscale, pari al 19,2% del PIL, poco importa.
Per il governo e per il Ministro Tommaso Padoa Schioppa, il risanamento e lo sviluppo del paese, trovano significato a partire proprio dalla destrutturazione del Ministero dell`Economia e delle Finanze e dall`assunzione a modello, per la futura Pubblica Amministrazione, dell`impresa e del profitto, tra le quali spicca quello delle banche.
E proprio da quel sistema bancario, così sotto accusa negli ultimi anni, che il Ministro Tommaso Padoa Schioppa ha “reclutato” il nuovo Capo del Dipartimento dell`Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi del Tesoro del MEF, dipartimento questo, che esce notevolmente rafforzato dal regolamento di organizzazione approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il “via libera” allo schema di regolamento di organizzazione e la contestuale nomina della dott.ssa Giuseppina Baffi non sono una mera coincidenza, ma una strutturale necessità.
Di fronte ad una pesantissima ristrutturazione, all`applicazione di una politica di mobilità selvaggia del personale (oltre 2.000 lavoratori) e ad uno scenario intransigente nei confronti delle parti sociali, solo una persona di provata fiducia e proveniente da quel settore privato, potrà gestire “al meglio” l`intero processo.
Infatti, la dott.ssa Giuseppina Baffi, figlia dell`ex governatore della Banca d`Italia Paolo Baffi, è stata responsabile del Servizio Organizzazione e Risorse Umane di Mediocredito Centrale poi, capo dello staff tecnico dell`ex amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe, quindi ha assunto la guida dell`Area Risorse della banca romana, carica che ha tenuto fino ad oggi sotto la Presidenza di Cesare Geronzi.
Dopo aver aperto le porte a Capitalia consentendo alle banche del gruppo di gestire il processo generale di concessione del prestito, girovagando allegramente nella banca dati dei dipendenti pubblici, a mettere in opera lo smantellamento del MEF e all`esternalizzazione selvaggia delle funzioni, il Ministro non può che individuare proprio in quell`ambiente, la persona più adatta.
Insomma, non solo modelli industriali da importare asservendo la pubblica amministrazione al profitto e alla rendita ma, praticare anche nelle politiche del personale, la cultura dell`impresa.
La RdB/CUB continuerà la sua battaglia in difesa della centralità dello Stato e del lavoro pubblico e ad opporsi allo smantellamento del MEF, preludio nefasto per tutta la Pubblica Amministrazione.