Alla fine l`accordo si è trovato e tutti hanno potuto dirsi soddisfatti per il risultato raggiunto. Il governo, che sulla partita Tav ( punto tre del famoso dodecalogo di Prodi) rischiava di giocarsi la sopravvivenza, ma anche le comunità locali che finalmente hanno visto riconosciute le richieste che portano avanti da anni. Il progetto dell`alta velocità Torino-Lione viene cancellato definitivamente e sostituito da un tracciato alternativo che l`Osservatorio guidato da Mario Virano preparerà entro il prossimo 23 luglio, giusto in tempo per permettere al goveno di chiedere all`Unione europea il miliardo di euro di contributi necessari alla realizzazione dell`opera.
La decisione è stata presa ieri sera al termine del tavolo tecnico convocato a palazzo Chigi e al quale hanno partecipato il premier Romano Prodi, i ministri delle Infrastrutture (Di Pietro), dell`Ambiente (Pecoraro Scanio) dei Tasporti (Bianchi), insieme ai sindaci delle valli Susa e Sangone, allo stesso Virano, al sindaco di Torino Chiamparino e al presidente della regione Piemonte Bresso. «Sono molto soddisfatto», ha commentato alla fine Prodi felice per lo scongiurato pericolo. «Il governo rispetterà i tempi Ue – ha aggiunto il sottosegretario Enrico Letta – e sarà pronto a presentare il progetto sulla Tav entro il 23 luglio per ottenere i finanziamenti europei. La deadline sarà rispettata».
La parola dunque torna adesso ancora una volta all`Osservatorio. Il nuovo progetto si baserà su alcuni punti fermi, come l`abolizione del tunnel di Venaus, l`attestamento della linea a Orbassano, fuori Torino, e l`utilizzo della linea ferroviaria esistente con un suo parziale interramento. Tutti punti su cui i sindaci della val di Susa hanno sempre insistito, tanto da avere più volte chiesto al governo di scommettere sulle potenzialità offerte proprio dalla vecchia linea ferroviaria. Gli studi condotti fino a oggi proprio insieme all`Osservatorio, del resto, hanno fornito risultati più che incoraggianti e permesso di stabilire come, con pochi accorgimenti tecnici, sull`attuale linea potrebbero arrivare a passare fino a 226 convogli al giorno contro gli attuali 76, ampliando notevolmente la capacità di trasporto merci che potrebbe attestarsi sui 32 milioni di tonnellate l`anno contro le attuali 6,4. Dati che certamente hanno avuto il loro peso, tanto da portare il governo alla decisione di cancellare definitivamente il progetto esistente. «Dopo tanti anni, le prime conclusioni danno ragione ai sindaci e agli enti locali che hanno detto che l`ipotesi Venaus era sbagliata», ha commentato il verde Pecoraro Scanio al ternine dell`incontro.
Soddisfatto ma prudente anche Antonio Ferrentino. Il leader dei no Tav della val di Susa aspetta di vedere il nuovo tracciato che verrà disegnato dall`Osservatorio, ma è chiaro che il risultato ottenuto ieri è un successo per le popolazioni della valle. «Mi auguro che nessuno sottovaluti quanto abbiamo ottenuto, perché è la prima volta in Italia che viene accantonato un progetto definitivo costato quasi 500 milioni di euro», spiega il presidente della comunità montana Bassa Val di Susa. «Adesso vedremo cosa accadrà nell`Osservatorio, dove siamo presenti anche noi e dove certamente non approveremo un progetto che non tiene conto del territorio». Per martedì è prevista un`assemblea pubblica con le popolazioni della valle. «Spiegheremo cosa è avvenuto – prosegue Ferrentino – e incasseremo il successo di una scelta che ha portato il governo a cancellare il progetto, a cancellare la legge obiettivo alcmeno per quanto ci riguarda e ad aprire un dialogo con le popolazioni».
Il manifesto, 14 giugno 2007