L’operazione sarà possibile grazie all’uso del Mobile User Objective System (MUOS), un costosissimo e sofisticato sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza (UHF) in via d’installazione da parte degli Stati Uniti. Il progetto sarà completato entro il 2011 ed avrà un costo di 3,26 miliardi di dollari. L’obiettivo del nuovo programma di militarizzazione sarebbe quello di accrescere le comunicazioni delle forze militari Usa in qualsiasi scacchiere internazionale per potenziare le strategie di guerra e le eventuali offensive. Il sistema di telecomunicazione, che si compone di postazioni radar, comandi e centri di intelligence, funziona attraverso cinque nuovi satelliti e due stazioni terrestri. Proprio una di queste sarà installata, a Sigonella, dalla Marina militare Usa, entro il 2007. L’agenzia a cui è stata affidata la realizzazione e la gestione del programma MUOS è lo Space and Naval Warfare System Command (SPAWAR) di San Diego, California, il maggiore organo della Marina nella gestione dei sistemi di guerra. “Le comunicazioni ad altissima frequenza sono uno dei principali obiettivi di interconnessione con esercito, marina ed aeronautica militare nei territori periferici di guerra” ha spiegato l’ammiraglio Victor See Jr. comandante dello “Space and Naval Warfare Systems Command” . L’ammiraglio annuncia anche che il primo satellite del programma MUOS, sarà lanciato entro il 2009, gli altri 4 entro il 2011. Le elevatissime frequenze di trasmissione del sistema satellitare Usa con le stazioni di terra, potrebbero rivoluzionare anche i sistemi di trasmissione della telefonia cellulare che, in un futuro ormai prossimo, funzioneranno tramite connessione con i satelliti e non con le antenne. Il programma di militarizzazione satellitare Usa ha preso il via nel 2001 con il progetto elaborato da otto gruppi industriali che lo presentarono al Dipartimento della Difesa Usa. Tornando alla nascita imminente della stazione terrestre a Sigonella, l’ Agi, la società che si occupa dell’impatto ambientale delle apparecchiature radar, aveva sconsigliato l’installazione dell’ìmpianto di radiotrasmissione terrestre nel territorio di Sigonella, ritenendolo inadatto a sopportare l’ elevatissimo rischio di inquinamento elettromagnetico. Oggi i pacifisti e gli ambientalisti si domandano perché la Marina militare Usa abbia deciso di procedere ugualmente all’installazione dell’impianto di radiotrasmissione terrestre a Sigonella e quali rischi si prospettano per la salute delle popolazioni interessate. “La zona che gravita attorno a Sigonella- affermano- conta già tanti morti per cancro, probabilmente a causa del materiale militare stoccato nella base, questo potrebbe bastare a fermare le decisioni americane, ma forse il governo italiano non è informato dei gravi rischi di questo progetto, occorre aprire subito un tavolo di discussione”. Affari Italiani, 15 giugno 2007