Balcani

Bosnia: oltre 7.000 le vittime a Srbenica

  La Commissione incaricata dal governo della Republika Srpska di far luce sulla sorte dei dispersi di Srebrenica del luglio 1995 ha presentato un rapporto con i nomi di oltre 7.000 persone scomparse nella campagna militare contro la popolazione musulmana.
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E’ quanto dichiarato dal presidente della commissione, Djordje Stojakovic. E` la prima volta che ufficialmente la Rs (entità a maggioranza serba di Bosnia) ammette che il numero dei musulmani massacrati dalle truppe serbe supera sette mila e coincide con quello dei dati dell`Onu.

“E` la lista più precisa redatta finora, abbiamo utilizzato oltre 30 fonti“, ha detto Stojkovic precisando che sono stati utilizzati i dati raccolti dalla Croce rossa, dall`Istituto per i dispersi, dall`esercito del governo di Sarajevo. “Alcune liste contenevano 7.000 nomi, altre 10.000“, ha detto.

Nell`allegato, che è stato consegnato al governo della Republika Srpska, sono segnalate anche due fosse comuni non ancora scoperte che si aggiungono alle 32 indicate nel testo del rapporto consegnato a giugno.

Nell`area di Srebrenica finora sono state trovate e aperte 60 fosse comuni e sono stati recuperati oltre 6.000 corpi. Nell`immediato dopoguerra numerose fosse comuni sono state spostate, nel tentativo di occultare le tracce dei massacri, proprio dalle unità dell`esercito e della polizia serbo bosniaci.

Questa e` la terza commissione d`inchiesta sull`eccidio del 1995. E` stata costituita sotto pressioni dell`Alto rappresentante della comunità internazionale Paddy Ashdown dopo che il rapporto di quella precedente, richiesto dalla Corte per i diritti umani e presentato nel settembre dell`anno scorso, e` stato giudicato “non completo“. Mancavano, infatti, le informazioni richieste sulla sorte degli abitanti di Srebrenica dati ufficialmente per dispersi e sui luoghi dove si trovano i resti degli uccisi.

Nel 2002 una prima commissione del governo della Republika Srpska ha preparato un rapporto sulla tragedia di Srebrenica in cui si minimizzava il numero delle vittime (2.000 morti e quasi tutti in combattimento), che e` stato giudicato da Ashdown “un insulto a tutti i popoli della Bosnia, così lontano dalla verità che non sarebbe degno di commenti“.

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