In questo scenario Putin giudica che l`installazione da parte degli Usa, di rampe missilistiche e radar in Polonia e nella Repubblica Ceca, rappresenti una minaccia agli equilibri strategici preesistenti; annuncia la moratoria della Russia dall`accordo Cfe per il controllo delle armi convenzionali (non firmato tra gli altri, dagli Stati Uniti); procede a test di nuovi armamenti e minaccia di distruggere le istallazioni ai suoi confini.
Una tensione palpabile che due potenze extraeuropee – Stati unitit e Russia – agitano sulla testa di un`Europa politicamente debole e militarmente non autonoma. Un`azione destabilizzatrice della strategia del Vecchio continente, ammesso che ne abbia una che non sia dettata dall`agenda Nato.
Dato questo quadro, i tentativi di Forcieri di dare spiegazioni credibili sulla firma dell`accordo sono stati vani: ha provato a sminuire: si tratta solo di uno scambio di informazioni; ha provato a confondere, affermando che su questa materia ci sono tre accordi: quello di cui si tratta e cioè il Bmds; l`Active Layered Theatre Ballistic Missile Defense contro i missili a breve gittata (non ancora operativo); un terzo misterioso programma Nato denominato Missile Defence che tende alla realizzazione di un sistema di protezione per i territori delle nazioni Nato; ha cercato di limitare i danni: è vero, che l`utilizzo del sistema Bmds potrebbe portare alla ricaduta di detriti radioattivi sull`Europa ma il sistema tenderebbe a colpire nello spazio in modo da disintegrare direttamente.
Ha cercato di ridurre l`importanza dell`accordo: per l`accordo bilaterale non era necessario un parere preventivo da parte delle Commissioni Difesa del Parlamento perché era limitato allo scopo di definire un frame-work legale per un preliminare scambio di informazioni in tema di difesa missilistica e di individuare modalità d`impegno delle parti nell`ambito della ricerca e dello sviluppo.
Ha minimizzato: di fronte al fatto che la firma di questo accordo è il primo passo verso l`acquisizione da parte italiana di questo sistema antimissile (come dimostra l`esperienza di Giappone, Regno Unito, Danimarca, Australia, Israele e Olanda) si sostiene che il nostro Paese non ha intenzione di procedere in questa direzione.
Insomma segreti e bugie, dire e non dire secondo una pluriennale e collaudata tecnica del ministero della Difesa.
Né vale l`atteggiamento understatement del ministro degli esteri D`Alema – «l`Italia è interessata a partecipare alla realizzazione del Bmds dal punto di vista industriale» – come se si trattasse di una produzione asettica, neutrale e non perturbante per le relazioni internazionali. D`Alema d`altra parte si è limitato a criticare nei casi di Polonia e Repubblica Ceca l`adozione del metodo bilaterale – anche se è esattamente quello seguito dal nostro paese – tentando di minimizzarne la nostra partecipazione al progetto di difesa dei missili balisitici, relegandolo al ruolo di un mero scambio tecnologico. Un modo per rendere sostanziale e potenzialmente irreversibile la cooperazione politica al progetto.
La realtà è altra: il nostro paese ha firmato questo accordo bilaterale la cui prospettiva è minacciosa e strategicamente squilibrante.
Occorre opporvisi perché altrimenti si aprirebbe una crisi della portata di quella del `79 sugli euromissili.
Il mondo è già destabilizzato abbastanza dall`irrisolta crisi Israele-Palestina, dalle guerre d`occupazione afghana e irachena, dall`instabilità politica libanese e somala… per non aggiungere ulteriori elementi che ostacolino i processi di pace.
Silvana Pisa – Senatrice della Sinistra democratica della Commissione difesa