Stampa e migrazioni

Un’altra mazzata sugli immigrati: il razzismo democratico

Filippo Miraglia
  È diventato di moda tacciare di buonismo quella tendenza di una parte della società civile, di qualche politico e di pochissimi giornalisti, di raccontare la realtà dell immigrazione e non la sua rappresentazione, chiamare le cose con il proprio nome (per esempio denunciato non equivale a condannato) e richiamare chi governa il Paese e le città alle proprie responsabilità in tema di diritti umani delle persone di origine straniera, giustizia sociale, uguaglianza e lotta alla discriminazione.
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È partita da alcuni giorni, con un impegno particolarmente forte del quotidiano La Repubblica, l’ennesima campagna di criminalizzazione dei migranti, alla quale con solerzia si sono uniti sindaci, politici e quasi tutto il mondo dell informazione. Non è la prima volta che campagne di questo genere hanno come promotori persone che appartengono allo schieramento democratico. Intanto il razzismo della destra italiana continua a spargere veleni e in questi giorni sta riempiendo di materiali e iniziative esplicitamente anti immigrati tutti gli appuntamenti elettorali delle città in cui si vota a fine maggio.

Il razzismo democratico si sviluppa attorno ai soliti ragionamenti: 1) la sicurezza, o la legalità, non sono argomenti di destra, ma appartiengono a tutti; 2) va bene l`integrazione degli immigrati che rispettano le regole, ma quelli che delinquono vanno perseguiti; 3) sono necessarie misure speciali per combattere l immigrazione clandestina. Tre argomenti su cui in questi giorni si sono esercitati in tanti e che risponderebbero alle presunte e giustificate paure degli italiani.

Si tratta all apparenza di tre considerazioni ovvie, che però hanno conseguenze molto concrete.

In primo luogo alimentano il luogo comune in base al quale gli immigrati sono quasi per natura potenziali delinquenti e dunque suggeriscono che è giusto averne paura. In secondo luogo, che esistono immigrati buoni e immigrati cattivi, e alla seconda categoria apparterebbero tutti coloro che non hanno un permesso di soggiorno (i cosiddetti clandestini) i quali sempre per natura sono portati a delinquere. Infine, che per impedire il dilagare della delinquenza originata da questi cattivi stranieri è necessario un particolare impegno nella lotta all immigrazione clandestina, cioè fermare gli sbarchi, magari facendo accordi con Gheddafi, e mandando esercito e polizia oltre frontiera a combattere una guerra contro la speranza, quella di milioni di persone di migliorare le proprie condizioni di vita.

Il fatto che negli ultimi anni i reati, anche quelli cosiddetti predatori, ma soprattutto quelli più gravi, in primo luogo gli omicidi, siano diminuiti, non viene assolutamente preso in considerazione. Il giornalista, o il politico democratico ha paura, lui sì, di perdere il consenso della pubblica opinione, e quindi evita di informare su dati che dimostrerebbero l`infondatezza di tante presunte paure, che invece alimenta, contribuendo a costruire un senso comune negativo nei confronti degli stranieri.

Perché si sceglie di andare a far visita alla famiglia di un bambino italiano morto a seguito di un incidente d auto causato da uno straniero e di non andare dalla famiglia di stranieri la cui bambina è stata uccisa da una fucilata italianissima? Cosa determina la gerarchia e lo spazio delle notizie?

Quanti politici, intellettuali o giornalisti si sono preoccupati di far visita alla famiglia polacca di Napoli per invitarli a non lasciare l Italia, per rassicurarli sulla loro sicurezza una volta tanto e sulla non ostilità di gran parte della comunità in cui risiedono?

Quanti democratici si sono accorti che i controlli della Finanza e del ministero del Lavoro che hanno scoperto, nei primi 3 mesi dell anno, ben 70 mila lavoratori a nero, di cui 20 mila circa stranieri, hanno comportato una multa per il datore di lavoro che imponeva la situazione di illegalità e l`espulsione per il lavoratore straniero, vittima così di una doppia ingiustizia. E ancora. Quanti si interrogano sul fatto che legalità oggi è una parola vuota per intere regioni di questo Paese. Solo alcuni giorni fa la cooperativa dell`Arci Lavoro e non solo, affiliata a Libera, che lavora su terreni confiscati alla mafia in Sicilia, ha subito una grave intimidazione da parte della criminalità organizzata, con la devastazione del 70% dei vitigni coltivati. In quanti ne hanno parlato? Quali misure sono state adottate per proteggere un`attività così socialmente importante? E inevitabile chiederselo quando tanto impegno viene posto invece per perseguire uno straniero colpevole di non avere i documenti in regola.

La civiltà giuridica di questo Paese, la nostra Costituzione, affermano che tutte le persone sono uguali di fronte alla legge e che lo Stato dovrebbe adoperarsi per eliminare le disparità. Il razzismo democratico, forse addirittura più pericoloso di quello becero della destra, sembra averlo dimenticato e rimuove, per sostenere le sue tesi, il dettato costituzionale.

Ci sembra una situazione di grande rischio per la tenuta democratica di questo Paese, per i diritti di tutte e tutti, non solo dei cittadini stranieri.

L`Unità, 24 maggio 2007

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