No Ponte

D`Alia-ministro Di Pietro: quanto è lontana l`area dello Stretto

Daniele Ialacqua
  Che inutile question time per Messina e l’Area dello Stretto è andato in onda mercoledì 16 maggio presso la Camera dei deputati con protagonisti, si fa per dire, l’on. D’Alia ed il Ministro per le Infrastrutture Di Pietro! Da un lato vi era l’onorevole messinese che da tempo utilizza in maniera strumentale, disinformata e disinformante il tema dei fondi ex Ponte e la presunta transazione tra Stato ed Impregilo per l’autostrada Annunziata-Granatari, per attaccare il governo nazionale ed il governo cittadino; dall’altra vi era un Ministro che fa finta di non conoscere o, peggio, non conosce i problemi dell’Area dello Stretto e preferisce anche lui tergiversare sui fondi ex Ponte e smentire, e ci mancava, la presunta transazione con Impregilo, senza dire nulla su ciò che intende fare per quest’area del Paese.
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Sullo sfondo, solo sullo sfondo, i problemi di Messina e dell’area dello Stretto che rimangono tali e quali, come sanno benissimo i marittimi, i ferrovieri, i pendolari, i viaggiatori, i turisti, i cittadini dell’area dello Stretto.

Le due tematiche oggetto del deprimente question time sono in realtà inesistenti e per assurdo persino ininfluenti per la posta in gioco. Bisogna finirla con la disinformazione di politici (di centro-destra e di centro-sinistra) sindacalisti e di taluni organi d’informazione sulla presunta disponibilità e/o esistenza dei fondi ex Ponte di Fintecna e sulla compensazione che tali fondi dovrebbero avere per Messina per lo “scippo” del Ponte! La verità è che, mentre il governo Berlusconi prometteva opere pubbliche a go go in tutto il Paese e strombazzava l’apertura di centinaia di cantieri, non si preoccupava dei fondi necessari per finanziare tali opere, compreso il Ponte visto che Fintecna non ha mai versato interamente, ma solo per una piccola parte, l’aumento di capitale della società Stretto di Messina che doveva servire per finanziare la parte pubblica del Ponte. Lo dovrebbe sapere bene l’on. D’Alia che all’epoca era parte della maggioranza governativa che sosteneva la grande opera e quel centro-destra, locale e nazionale, che prometteva a Messina, senza fondi, opere compensative e connesse, compresa l’autostrada Annunziata-Granatari, lo spostamento della Stazione, l’interramento dei binari e chi più ne ha più ne metteva (vi ricordate la “penosa” legge speciale per Messina?).

La mancata disponibilità oggi di tali fondi è dunque responsabilità del passato governo così come è responsabilità della passata maggioranza di governo, nazionale e locale, la previsione di opere inutili e funzionali al Ponte come l’Annunziata-Granatari che oggi D’Alia riscopre ribaltando la verità dei fatti per accusare il centro-sinistra ed il Ministro Di Pietro di usarla come transazione con Impregilo per far fronte ad una presunta penale, di cui in realtà non si ha nessuna certezza. D’Alia dimentica sempre di ricordare, a proposito di penale, un altro ulteriore “dettaglio”: la firma del contratto tra la società Stretto di Messina e l’Impregilo è stata apposta strumentalmente ed in maniera del tutto scorretta, per non dire di peggio, il 26 Marzo 2006, ad un mese dalle elezioni nazionali, a due mesi dalla grande manifestazione no-ponte del 22 gennaio a Messina, ipotecando non solo il progetto Ponte ma anche, nel caso in cui l’opera non si fosse fatta, il pagamento di una penale, ben sapendo che nell’eventualità di vittoria del centro-sinistra quell’opera, per volontà anche della maggioranza degli italiani, sarebbe stata accantonata!

Che dire infine del Ministro Di Pietro che, per giustificare l’attuale vuoto spinto degli interventi governativi per l’Area dello Stretto ed il mancato interesse per opere essenziali richieste con ordini del giorno del Parlamento, come gli svincoli, l’approdo di Tremestieri, ecc.. è costretto a ricorrere alla risibile giustificazione che l’ordine del giorno è arrivato dopo il decreto-legge n. 262/2006!

Già, il decreto legge n.262/2006, trasformato in legge il 24 novembre 2006, che mantiene tra l’altro in vita quell’ente inutile della società Stretto di Messina, prevedendo addirittura tra i compiti della società quello di “realizzare infrastrutture trasportistiche all’estero” (!!!), quando sarebbe stato meglio e più opportuno cancellare definitivamente la legge n.1158/1970, liquidando la Stretto di Messina e prevedendo adeguati investimenti per il potenziamento dei trasporti nell’area dello Stretto (nuovi approdi, nuove navi, nuovi sistemi di imbarco e sbarco, ecc..).

Come già abbiamo più volte evidenziato in altri nostri documenti “L’aver messo da parte il progetto del Ponte sullo Stretto non è, come ritengono i suoi sostenitori, uno scippo o un’ulteriore occasione persa per la città di Messina e per il Sud, ma anzi è l’occasione vera che ci consente finalmente di progettare e realizzare concretamente il futuro di Messina, liberandoci da una discussione che ha tenuto banco per troppo tempo nella nostra città bloccando qualsiasi progettualità urbanistica e di sviluppo in attesa del Ponte. Tutto ciò a patto che lo Stato mantenga cospicui impegni finanziari nell’area dello Stretto per sostenere i tanti progetti di cui da anni si parla e che devono essere realizzati indipendentemente dall’esistenza o meno dei fondi ex Ponte.

Ma anche l’Europa deve fare la sua parte. Gli obiettivi della rete transeuropea di trasporto, all’interno della quale sono stati disegnati i ben noti 10 Corridoi, sono tra l’altro quelli di “garantire la mobilità delle persone e dei beni; offrire agli utenti buone infrastrutture; sfruttare l`insieme dei modi di trasporto; permettere un utilizzo ottimale delle capacità esistenti; ecc.. In quest’ambito e con questi obiettivi è stato pensato pure il Corridoio 1 Palermo-Berlino. L’UE si impegnava a finanziare fino al 20% le opere necessarie previste dai vari corridoi. Il Ponte sullo Stretto veniva visto, come richiesto dal governo italiano, come un’opera necessaria per superare la strozzatura dello Stretto di Messina ed i problemi di collegamento che tale strozzatura comportava, nell’ambito del Corridoio 1 Palermo-Berlino. Venuto meno l’intendimento di costruire il Ponte sullo Stretto, non vengono meno, ovviamente, i problemi trasportistici dell’area dello Stretto che possono e devono essere risolti nell’ambito di una grande “opera” di ristrutturazione e potenziamento dei servizi di trasporto (nuovi approdi, nuove navi, nuovi sistemi di imbarco/sbarco mezzi, ecc…), così da superare la “strozzatura” dello Stretto, lasciando inalterato il progetto del Corridoio 1.

E’ allora quantomeno opportuno un intervento, del governo italiano e degli euro-parlamentari italiani, presso gli organismi europei affinché si tenga conto nel nuovo orientamento del governo italiano in merito al Ponte sullo Stretto e della necessità di mantenere i fondi europei nell’area dello stretto per completare il previsto Corridoio 1.

E la Regione Sicilia e la regione Calabria quale ruolo intendono svolgere? Chi, come Cuffaro, dichiara che è “pronto a valutare le proposte del Governo Prodi sui fondi destinati al Ponte ma a condizione che le infrastrutture che si dovessero fare siano propedeutiche alla costruzione del Ponte di Messina” rema contro Messina e la Sicilia, facendo finta di non ricordare, ma non è il solo, che a Messina e nel Paese ha vinto il centro-sinistra avendo tra i punti programmatici qualificanti la fine del Progetto Ponte e delle sue opere connesse!

Una mobilità sostenibile nell’area dello stretto che punti a privilegiare il trasferimento dalla gomma al ferro, dal trasporto individuale al trasporto collettivo, dalla strada al marittimo; che crei nuova e stabile occupazione; che ponga le condizioni per valorizzare la vocazione turistica e marittima della città. E’ questa la rotta che Rifondazione comunista intende tenere e che può cambiare in un paio di anni il presente ed il futuro di Messina e dell’intera area dello Stretto”. E’ di questo che vogliamo parlare e discutere e non di aria fritta!

Messina, 18 Maggio 2007

PRC Il segretario del circolo “Peppino Impastato”

Daniele Ialacqua

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