La Sacelit è nota a tutti “la fabbrica della morte”. Lo stabilimento di San Filippo del Mela sorge a pochi chilometri da Milazzo dove hanno pure sede una raffineria di olio combustibile e una negacentrale elettrica, venne inaugurata nel 1958 su iniziativa della Italcementi, una multinazionale di Bergamo della famiglia Pesenti. E produceva materiale per l`edilizia e l`idraulica: tutto in amianto-cemento.
Nello stabilimento di San Filippo del Mela hanno lavorato, nel corso del tempo, 212 persone. Gli ex operai morti per malattie direttamente collegabili all`amianto sono già 77 (il primo caso risale al 1978). Mentre sono 119 quelli a cui l`Inail ha riconosciuto la malattia professionale. Altri sei hanno però già avviato le pratiche per ottenere una rendita. Restano 10 persone: gli unici ex operai della Sacelit che, fino a oggi, l`amianto ha risparmiato.
Già nel 1976 la facoltà di medicina del Lavoro della università di Bari, a seguito di un controllo effettuato sui dipendenti della Sacelit siciliana, ne individuò dodici già affetti da patologie polmonari. La fabbrica entrò in crisi produttiva nel 1983 quando furono avviati i primi licenziamenti. La chiusura definitiva dello stabilimento avviene però solo nel luglio del 1993, a un anno dalla legge che vieta la produzione e la commercializzazione dell`amianto in Italia.
Nel 2003 la procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un`inchiesta per omicidio colposo contro quattro dirigenti dell`azienda. Lo stabilimento, mai bonificato e dismesso nel 1993, ha ospitato inspiegabilmente, sino ad ora, il deposito di generi alimentari di un`azienda, con numerosi punti vendita a Messina e provincia.
Redazione Terrelibere.org