L`Italia in guerra

Le mille contraddizioni in politica estera del governo Prodi

Nella Ginatempo
  Il governo italiano non si è mai ritirato dall`Iraq. Dopo aver propagandato per motivi elettorali presso il popolo della pace il ritiro delle truppe dall`Iraq, ha poi sordamente sostituito il nostro contingente militare pubblico con truppe militari private, i cosiddetti contractors. Ufficialmente dovrebbero proteggere i tecnici italiani dell`Eni e di varie ditte che sono impegnati negli affari della ricostruzione (leggi affari di guerra- spartizione del bottino di guerra), ma in realtà agiscono come squadroni della morte, terrorizzano la popolazione civile sparando a qualunque cosa si muova al loro passaggio.
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Abbiamo privatizzato la guerra. Anonimi omicidi e anonime stragi di civili si dispiegano al passaggio dei nostri contractors per le vie di Baghdad e delle altre città, totale sganciamento da ogni regola di ingaggio e ogni minimo controllo dei comandi militari. Sono killer patentati al nostro servizio, li paghiamo profumatamente coi soldi delle nostre tasse, al posto dei carabinieri di Nassiriya. Sono comandati da un terrorista e criminale di guerra, già colpevole di altre stragi in Irlanda e in altri continenti, sempre sciaguratamente impunito. Abbiamo così risolto il problema della sicurezza e degli affari di guerra in Iraq: ecco il prezzo della conquista coloniale di quel territorio.

Il nostro governo alleato dei boia di Kabul. Un giorno D`Alema sponsorizza a livello internazionale la moratoria sulla pena di morte, l`indomani contestiamo l`ingresso della Turchia in Europa perché viola i diritti umani, ma il giorno dopo ancora copriamo le infamie del governo Karzai contro Emergency e la ferocia contro Rahmatullah. Sulla pena di morte che pende sul capo di Rahmat, liberatore di giornalisti italiani, il governo italiano tace e giustifica l`operato di “uno Stato sovrano”. Nel frattempo abbiamo dato 50 milioni di dollari per costruire il sistema giudiziario in Afghanistan e teniamo lì da sei anni 2000 soldati nostri, per puntellare il governo boia di Kabul.

Il nostro governo non ritira le truppe di guerra dall`Afghanistan ma fa ritirare le truppe di pace ovvero tutto il personale di Emergency, costretta a chiudere i suoi ospedali. Però i ministri della Repubblica hanno giurato sulla Costituzione e sul ripudio della guerra.

Abbiamo già i cacciabombardieri atomici- si chiamano Eurofighter- ma ne compriamo di nuovi. Si tratta dei Joint Strike fighter, per miliardi di euro di commessa, naturalmente all`apparato bellico USA. I 131 Eurofighter depositati a Grosseto, in pieno parco della Maremma, non bastavano a coprire l`arco delle alleanze e degli affari di guerra. Così al cacciabombardiere europeo, si affianca il cacciabombardiere USA, e noi lo depositiamo a Novara. A ciascuno il suo, ad ogni regione il suo carico di morte.

Il nostro governo impegnato per la pace nel mondo accoglie in visita a Roma il suo maggiore alleato, il capo della guerra. Questa volta saranno tutti con la spilletta arcobaleno sul bavero i nostri ministri e parlamentari ad accogliere Bush, offrendogli su un piatto d`argento il nostro riarmo (più 13% le spese militari in finanziaria) e la nuova base di Vicenza. Siamo più fedeli sudditi noi, sinistri del centro-sinistra.

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