La giornata di sciopero nazionale delle ferrovie per Messina è davvero una “giornata particolare”. Da mesi la città combatte una battaglia contro le scelte di RFI che stanno conducendo alla completa dismissione del traghettamento pubblico fra le due sponde dello stretto. Una riduzione drastica del personale- anche attraverso il taglio delle tabelle d’armamento-, navi invecchiate e abbandonate a se stesse, strutture in preda alla ruggine; da ultimo un centinaio di marittimi precari imbarcati con un assurdo “contratto a viaggio” per una tratta che dura non più di 40 minuti che sono le prime vittime dei tagli. Proprio questi lavoratori si sono assunti l’onere più grande della vertenza occupando, il 7 marzo scorso, gli uffici della navigazione della stazione marittima, luogo che è diventato crocevia di ogni sofferenza legata alla crisi strutturale che attanaglia la città peloritana.
Nel piazzale della stazione si sono ritrovati in tremila, chiamati da tutte le organizzazioni sindacali confederali e di base ORSA, SASMANT, SAP, CGIL, CISL, UIL RDB/CUB ed hanno animato un lungo corteo che si è snodato per le vie del centro passando per Prefettura e Capitaneria di porto. Non c’erano solo i ferrovieri ed i marittimi:accanto a loro l’amministrazione comunale al gran completo, i partiti- con in testa Rifondazione Comunista; ma anche studenti, lavoratori di tutte le aziende in crisi, semplici cittadini che hanno condiviso la straordinaria mobilitazione contro il Ponte e che oggi chiedono con forza al governo di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, quando sembrava che la vittoria dell’Unione avrebbe aperto per Messina una stagione fondata sul rilancio della navigazione come volano di uno sviluppo finalmente ecosostenibile.
E’ questa la posizione in cui si riconoscono gran parte dei sindacati dei trasporti e molti partiti politici. Il consiglio comunale di Messina ha approvato all’unanimità una mozione in cui si stigmatizza duramente l’atteggiamento dei vertici di RFI, sordi finora ad ogni richiamo ad aprire una seria trattativa, ed invita i governi nazionale e delle due regioni interessate a non lasciare nulla di intentato nella direzione di uno sblocco della vertenza per la stabilizzazione dei precari ma anche di un vero rilancio della navigazione nelle acque dello stretto al fine di garantire la continuità territoriale alle sue popolazioni. Il capogruppo di Rifondazione nella commissione trasporti della Camera Mario Ricci – unico deputato nazionale presente al corteo – ha assicurato a tal proposito che il partito presenterà a breve un disegno di legge per il “contratto unico” nel settore trasporti, in modo da porre un serio argine ad una concorrenza fra armatori fondata sul costante peggioramento delle condizioni di lavoro e dei salari.