“Un atto di genocidio”: così il ministro degli Esteri cubano Felipe Pérez Roque ha definito il duro embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba negli ultimi 44 anni, che avrebbe provocato al Paese caraibico danni per circa 80 miliardi di dollari. Quello che colpisce Cuba “è il blocco economico più lungo della storia”, applicato da dieci diversi governi Usa, ha continuato Pérez Roque nel corso della presentazione di un rapporto dal titolo “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”, definendo questo stato di cose come “il principale ostacolo” per lo sviluppo del Paese oltre che come “una violazione del diritto internazionale”.
Pérez, scendendo nel dettaglio, ha spiegato in che modo il lunghissimo embargo statunitense avrebbe provocato all’Avana un danno economico e finanziario pari a 79.325 milioni di dollari. Tra le principali voci in perdita citate dal ministro degli Esteri va segnalata quella della canna da zucchero, che avrebbe impedito negli ultimi quattro decenni a Cuba di esportare 604.000 tonnellate di zucchero, con una perdita, ai prezzi correnti, di 196,25 milioni di dollari.
Il divieto di importare prodotti dagli Stati Uniti, con la conseguente necessità di far ricorso a mercati geograficamente più lontani, con la relativa crescita dei costi, avrebbe inoltre provocato una perdita di circa 18.000 milioni di dollari. Pérez, infine, ha ricordato che l’Assemblea delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione di condanna contro l’embargo statunitense, approvata da 179 Paesi ma ignorata da Washington. “Si tratta comunque di un importante segnale di appoggio morale” ha concluso il ministro cubano, ricordando che il prossimo 28 ottobre il rapporto sarà presentato all’Onu.
Misna, 5/10/2004