La Corte costituzionale ha deciso di bloccare l’erogazione degli indennizzi agli ex-paramilitari delle Pac (Patrullas de autodefensa civil) per il “servizio reso alla patria” durante la guerra civile (190-’96). La decisione è stata adottata dopo un ricorso dell’avvocato Alejandro Balsells Conde che, sollevate alcune rilevanti obiezioni tecniche, aggiunge altre significative considerazioni sull’erogazione del risarcimento che a suo avviso “non deve essere una priorità per lo Stato in questo momento; la priorità è applicare piuttosto gli accordi di pace”.
Sottolinea poi il legale: “Il compenso alle ex-Pac nasce da una promessa elettorale e bisognerebbe indagare sulle denunce che attribuiscono agli ex-‘paras’ atti di violenza e violazioni dei diritti umani”. La legge sugli indennizzi alle ex-Pac, firmata la scorsa settimana da Berger, era stata fortemente voluta dal suo predecessore Alfonso Portillo (2000-gennaio 2004) appartenente al Fronte rivoluzionario guatemalteco (Frg), partito guidato dall’ex.-dittatore Efraín Ríos Montt. Fu proprio Ríos Montt a legalizzare nel 1983 le Pac, costituite pochi anni prima nel dipartimento di Alta Verapaz, per appoggiare le truppe regolari nella lotta contro la guerriglia. Furono smantellate a seguito degli accordi di pace del 1996. A circa un milione di beneficiari sono stati promessi 5.200 quetzales (circa 540 euro) ciascuno.[FB]
Misna, 2/10/2004