Le associazioni promotrici della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella giudicano gravissime le dichiarazioni del ministro della Difesa on. Parisi, che smentendo qualsivoglia ipotesi di ampliamento del personale militare di stanza nella base ha tuttavia affermato che “se gli americani vogliono costruire o acquistare nuovi complessi di natura alloggiativa per il personale già autorizzato, tali iniziative possono realizzarsi attraverso normali attività amministrative di natura privatistica, secondo le normative nazionali, senza il coinvolgimento dell’amministrazione della Difesa”. La deresponsabilizzazione dell’autorità di governo nella pianificazione di nuovi insediamenti residenziali militari – in linea, del resto, con la “dimensione esclusivamente urbanistica” che il presidente del Consiglio Prodi riserva alla nuova base Usa di Vicenza – comporta l’ennesima rinuncia a rivendicare il principio del diritto della sovranità su ogni lembo di territorio nazionale, comportamento ancora più lesivo dei principi costituzionali di quello che sino ad oggi ha caratterizzato i governi del Paese: negare al Parlamento e ai cittadini i contenuti degli accordi bilaterali Italia-Usa sulle basi militari e le infrastrutture logistiche ospitate.
Altrettanto gravissime sono le dichiarazioni raccolte dalla stampa tra gli amministratori di alcuni dei Comuni confinanti con la base di Sigonella. Ignorando i devastanti impatti ambientali, sociali e sulla sicurezza delle popolazioni della più grande base aeronavale nel Mediterraneo, sindaci e assessori di centrosinistra e centrodestra si affannano a rincorrere “l’oro americano”, tentando la conquista della fiducia dei Comandi Usa per ospitare nuovi insediamenti residenziali, magari strappandoli ad altra amministrazione. Che si tratti nel maggior caso di operazioni meramente speculative è indirettamente confermato dallo stesso portavoce della Stazione aeronavale di Sigonella, Alberto Lunetta. Egli ha infatti laconicamente dichiarato che “al momento non è prevista la realizzazione di nessun altro insediamento abitativo per i militari di Sigonella”.
I ricercatori di Terrelibere.org sottolineano in un loro recentissimo rapporto che nell’ultimo triennio, due residence sono stati consegnati nei territori di Belpasso e Mineo per un totale di 930 alloggi, “mentre un complesso di 220 unità abitative prenderà il posto del desueto “Residence degli Ulivi” di cui è prevista la demolizione in tempi brevissimi”. Quest’ultimo centro abitativo è stato definito “assai scadente” da una indagine conoscitiva del Management per gli alloggi in Europa della US Navy, “il peggiore delle infrastrutture in tutto lo scacchiere europeo”. Di livello assai inferiore alla media è stato classificato anche il nuovo complesso di Mineo, principalmente per la sua eccessiva distanza (27 miglia) dalla base di Sigonella.
Sempre secondo gli stessi ricercatori, “la sostituzione del “Residence degli Ulivi” con un nuovo centro abitativo per le famiglie dei militari Usa è oggi l’unico progetto approvato dal Dipartimento della difesa statunitense”. Ciononostante sarebbero già una decina i progetti approvati per insediare complessi “chiusi ad uso collettivo” per i militari statunitensi, a Lentini, Ramacca, Motta Sant’Anastasia e Mascalucia. Si attende una moltiplicazione in tempi brevissimi degli addetti e dei rispettivi familiari di Sigonella, ma di questo non c’è conferma nei più recenti piani di ammodernamento delle infrastrutture militari Usa all’estero. Il Pentagono, nei documenti consegnati al Congresso, segnala invece una consistente diminuzione del personale in forza a Sigonella. Il “Base Structure Report” alla data del 30 settembre 2005 fissa la presenza nella base siciliana di 2.310 militari e 788 tra civili e contractor. Due anni prima i militari erano invece 3.438 mentre i “civili” erano 829. Conti alla mano, pertanto, il personale di Sigonella è calato nell’ultimo biennio del 27,4%. Un’ulteriore diminuzione delle presenze in pianta stabile deriverà dal trasferimento in Virginia (già avviato) di buona parte dei reparti di volo dell’Helicopter Combat Support Squadron Four HC-4, ospitato da oltre trent’anni a Sigonella.
La rapidità e le modalità con cui sono state votate pesantissime varianti ai piani regolatori destano più di un sospetto e meriterebbero un’indagine da parte dell’autorità giudiziaria. Profondi interrogativi sono stati sollevati in tema di violazione delle normative di salvaguardia ambientale e paesaggistica. Sconcerta poi come la Scirumi Srl, la società che ha presentato il progetto di insediamento nel territorio di Lentini di un villaggio per oltre 1.300 unità abitative, ha sede sociale presso lo studio di un notissimo tributarista di Catania, cognato di un alto magistrato della Procura di Siracusa. Questa Procura dovrebbe essere quella competente territorialmente per eventuali indagini sul progetto “Scirumi”…
Le polemiche politiche di questi ultimi giorni hanno comunque avuto un esito per noi insperato. Grazie all’ennesima esternazione dell’ex Presidente della Repubblica sen. Francesco Cossiga si è avuta autorevole conferma di quanto il movimento contro la guerra denuncia da tantissimi anni. L’esistenza nei depositi di Sigonella di testate nucleari destinate ai velivoli della Marina Usa o ad “essere imbarcati sia sui cacciabombardieri americani Tornado, sia sugli aerei americani rischierati nella base americana di Aviano”. Alcune di queste testate transitano periodicamente dalla base sino al porto di Augusta, stazione logistica per le unità della VI Flotta Usa. Di fronte alla presenza di armi di distruzione di massa e ai pericoli di “incidenti”, nessun siciliano può più restare inerme. Né è più ammissibile il collaborazionismo servile degli amministratori locali e regionali con i processi di militarizzazione del territorio dell’isola.
Catania, 27 gennaio 2007