L’Italia continua ad essere presente a livello internazionale più per il proprio contributo militare che per la sua capacità di intervento civile e nonviolento.
Pensiamo che sia urgente cambiare rotta, chiedere a noi stessi ed alla politica un nuovo ruolo, un Italia pacifica e disarmata, che autorevolmente possa rilanciare l’obiettivo del processo di Barcellona (‘95) per un mediterraneo ed un medioriente liberi da armi nucleari, nella prospettiva euromediterranea dell’edificazione di una comunità di popoli, di una comunità di pace.
Liberi dalle armi nucleari, nel rispetto del trattato di non proliferazione nucleare del nostro status di nazione non nucleare, per candidarci a sede del rilancio degli accordi di pace euomediterranei.
Ruolo per altro recentemente auspicato dagli stessi paesi mediorientali coinvolti nell’attuale crisi.
Il ‘900 si è chiuso con l’affermarsi dell’utopia dell’ Unione Europea, dopo un buio secolo di lotte fratricide.
Bisogna tornare ad affermare l’utopia di una Pace possibile.
La speranza dei primi obiettori e disertori della prima e della seconda guerra mondiale, di coloro che fondarono la war resisters international e l’international fellowship of reconciliation, delle prime esperienze di servizio civile internazionale.
Bisogna tornare a farlo dal basso, dalle città – come La Pira-, dal raccordo delle reti e delle realtà non violente esistenti, dalla memoria della vittoria a Comiso.
Là un campo antimilitarista e una pagoda per la pace ed il suo monaco in preghiera testimoniano la natura effimera di tutte le forme di potere, delle alleanze militari, delle armi nucleari.
Comiso testimonia a tutti la forza dell’apparente nonviolenta debolezza del filo d’erba delle nostre lotte.
Lotte incarnate nell`esperienza dei blocchi nonviolenti, dei digiuni, dell`acquisto collettivo dei terreni attorno alla base, con l`esperienza della “Verde Vigna”, che prosegue come esperienza di agricoltura biologica, testimonianza di una ricoversione dal basso possibile.
E’ per questo che proponiamo un pellegrinaggio di pace tra le realtà nonviolente, i luoghi di militarizzazione, i luoghi di Pace e spiritualità.
Un pellegrinaggio per portare a Roma, nel giorno dell’ anniversario del bombardamento di Hiroshima, la ricchezza delle iniziative con cui la nonviolenza è cresciuta in Italia.
La ricchezza della contaminazione di diversi soggetti associativi e politici, che alla nonviolenza oggi fanno riferimento, nella loro azione sociale e anche di governo.
Chiediamo a tutti atti conseguenti. Tutti si sono avvolti nelle bandiere arcobaleno, chiediamo a chi oggi riveste ruoli di responsabilità, di essere conseguenti con il mandato ricevuto, con le attese del popolo della Pace.
Per fare questo non bastano le attuali realtà nonviolente, residuali e frammentate, bisogna rivitalizzarle e rilanciarne l’azione.
Chiamare a raccolta nuove energie, i tanti giovani protagonisti delle recenti mobilitazioni.
Favorirne l’incontro con i padri delle precedenti lotte per l’affermazione dell’obiezione di coscienza.
Occorre lanciare una grande campagna di adesione alla nonviolenza.
Tornare a dichiararsi obiettori di coscienza, obiettori alle spese militari, alle spese pr le basi militari.
Rilanciare l’adesione ai diversi soggetti nonviolenti storici, raddoppiarne l’adesione, favorirne i rapporti federativi, invitare da subito all’adesione plurima.
Serve l’energia di tutti, l’esperienza della maturità e l’intraprendenza dei giovani, mettere da parte vecchi steccati per rendersi protagonisti di una nuova campagna:
– Per il disarmo nucleare ;
– Per i corpi civili di pace la difesa popolare nonviolenta;
– Per la riconversione delle spese militari;
– Per la difesa del diritto di obiezione ovunque nel mondo;
– Per un Italia ambasciatrice di Pace, in un Mediterraneo di Pace.
Francesco Lo Cascio – Alfonso Navarra – Massimo Aliprandini – p. Angelo Cavagna s.c.j., delle segreterie nazionali MIR – LDU – LOC – GAVCI