Antimafia

Provvedimento disciplinare contro giudice omicidio Campagna?

Associazione Antimafia Rita Atria
  L`associazione antimafia `Rita Atria`, con una lettera aperta al Ministro di Grazia e Giustizia, Clemente Mastella, chiede l`apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del giudice estensore della sentenza del processo per l`omicidio di Graziella Campagna. Un modo perchè lo Stato chieda scusa alla famiglia della vittima e alla società civile che ha lottato per la verità.
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Sig. Presidente della Repubblica, dopo l’appello al Ministro di Grazia e Giustizia, On. Clemente Mastella, ad oggi in parte inascoltato, non ci rimane che appellarci alla Sua persona. Oggi, 4 novembre, per noi cittadini onesti di una Sicilia sempre più umiliata nelle sue fondamenta e in particolare per la provincia di Messina, è un giorno veramente triste. Infatti, l’assassino di Graziella Campagna (uccisa a 17 anni il 12 dicembre del 1985 con 5 colpi di fucile a canne mozze), esce di prigione per una “negligenza”; di Stato.

Il giudice estensore della sentenza del processo di primo grado, ha impiegato oltre 600 giorni per depositarla facendo scadere i termini di custodia cautelare. Abbiamo chiesto al Ministro Mastella di inviare gli ispettori presso il tribunale di Messina e di sottoporre a procedimento disciplinare il giudice che ha permesso la mortificazione della Giustizia e l’impegno di una società civile che da 21 anni chiede e lotta per far riposare in pace Graziella.

Il Ministro ha risposto predisponendo l’invio degli ispettori. Ad oggi (a più di un mese) non conosciamo l’esito nonostante l’avvocato di parte civile abbia documentato ampiamente l’inconsistenza delle motivazioni addotte dall’ANM distrettuale. La società civile, nella richiesta di verità e giustizia, è sempre stata vigile e soprattutto non ha esitato a schierarsi dalla parte giusta nonostante l’omicidio di Graziella sia pieno di depistaggi, uomini di stato che frequentano personaggi ambigui o latitanti.

Ci siamo ispirati ai valori alti di quella democrazia figlia della nostra resistenza. Abbiamo lottato affinché quegli uomini che rappresentano indegnamente lo stato venissero sollevati dai loro incarichi. Le ipotesi di intrecci tra uomini di stato e mafia sono state ampiamente documentate in interrogazioni parlamentari, in relazioni delle commissioni antimafia, in atti ufficiali.

Niente, lettera morta. Le persone da noi indicate sono ancora tutte al loro posto o trasferite per “opportunità” istituzionale oppure tranquillamente in pensione. Nessuno ha mai dato risposte convincenti a quei legittimi dubbi. Sig. Presidente della Repubblica quante volte abbiamo sentito esponenti della politica dire che noi della società civile ci dobbiamo ribellare alle mafie.

Noi siamo d’accordo ma per ribellarci alle mafie abbiamo bisogno di affidarci a uomini di stato in cui crediamo e soprattutto abbiamo bisogno di sentirli dalla parte giusta. Noi della società civile, onesti lavoratori e lavoratrici, ad oggi lottiamo contro la mafia e contro i poteri trasversali che si autoproteggono.

Sig. Presidente, la famiglia di Graziella Campagna, meritava almeno le scuse da questo stato. Invece oltre al dolore di vedere l’assassino della loro congiunta libero e felice, hanno dovuto sopportare l’assordante silenzio delle istituzioni. Graziella da 21 anni viene ripetutamente uccisa e umiliata, chiediamo a Lei, nostra ultima speranza, di aiutarci a tornare a credere in uno Stato che per noi oggi non ci rappresenta e non ci tutela.

Ci appelliamo a Lei affinché il giudice che ha causato la scadenza dei termini di custodia cautelare venga sottoposto ad un giusto procedimento disciplinare. Non siamo giustizialisti ma riteniamo che ricordare persone come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Chinnici, e tanti altri martiri della nostra terra significhi soprattutto dipanare le ambiguità di quelle istituzioni per le quali sono morte. Desideriamo sottolineare che siamo convinti che all’interno delle istituzioni della provincia messinese ci siano magistrati di grande serietà, poliziotti e carabinieri di grande spessore umano e professionale che soffrono anch’essi per un cancro (la sfiducia) che ormai si è trasformato in metastasi.

L’unica salvezza è “operare”; d’urgenza affinché la società civile possa continuare a vivere sentendosi in piena libertà, tornando a sentire, come diceva Paolo Borsellino, “il fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Associazione Antimafia “Rita Atria”

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