Gli Stati Uniti intendono vendere a Israele cinquemila ‘bombe intelligenti’, per un valore di 319 milioni di dollari. Lo scrive l’edizione odierna del quotidiano ‘Haaretz’, citando in proposito un non meglio precisato rapporto presentato al Congresso americano un paio di settimane fa.
I fondi per l’acquisto degli armamenti – la notizia arriva mentre il Paese è paralizzato oggi da un gigantesco sciopero del settore pubblico per il mancato pagamento degli stipendi a migliaia di dipendenti – verranno garantiti dai consueti finanziamenti militari statunitensi a Israele.
Secondo la stessa fonte, il Pentagono avrebbe spiegato al Congresso che il nuovo arsenale è destinato a mantenere il “vantaggio qualitativo” di Israele – scrive ‘Haaretz’ – e a favorire “gli interessi strategici e tattici” degli Usa nella regione.
Il quotidiano israeliano elenca gli ordigni che il governo di Ariel Sharon acquisterà dall’Amministrazione guidata da George W. Bush: 500 ‘bunker busters’, bombe da una tonnellata in grado di penetrare in bunker di cemento spessi anche due metri, 2.500 bombe ‘normali’ da una tonnellata, mille da mezza tonnellata e 500 da 250 chili.
L’aeronautica dello Stato ebraico non è nuova all’utilizzo di certi dispositivi bellici: nel luglio del 2002, per uccidere un comandante di Hamas, Salah Shehadeh, venne sganciata una bomba da una tonnellata su un edificio a Gaza; nell’esplosione morirono anche 15 civili palestinesi, tra cui alcuni bambini. [EB]
Misna, 21/09/2004