E’ una richiesta in verità non nuova avente come obiettivo quello di risarcire in un certo qual modo una città che ha pagato e continua a pagare un prezzo troppo elevato in termini di vite umane perdute, d’insicurezza stradale, d’invivibilità urbana, di crescenti costi economici e sociali. Anche la nostra parte politica, insieme ad altre forze politiche e sociali, ha del resto sempre sostenuto in passato tale proposta fin da quando tale questione è stata posta, ovvero oltre un decennio addietro, ed aveva condiviso l’impostazione di una delibera comunale dell’allora giunta Providenti che prevedeva l’introduzione di un ticket rimandandone l’attivazione ad un dispositivo esecutivo che purtroppo non è stato mai deliberato.
Non si può però non vedere come oggi la situazione sia per molti versi cambiata rispetto ad alcuni anni fa. In primo luogo la recente attribuzione dei poteri speciali al sindaco Genovese per far fronte all’emergenza traffico, poteri che porteranno finanziamenti ma anche problematiche non facili da affrontare come ad esempio intervenire solo dalla sponda messinese sui problemi derivanti dall’attraversamento dello Stretto e che interessano l’intera area dello Stretto. La costruzione del secondo approdo a Tremestieri, dopo partecipate manifestazioni di piazza che hanno portato al provvedimento del commissariamento, ha consentito finalmente il trasferimento della quasi totalità dell’attraversamento dei Tir dal Boccetta ai nuovi approdi, ma ha spostato taluni disagi (inquinamento acustico ed atmosferico) in altre zone della città ed ha posto nuovi problemi (tempi di percorrenza più lunghi, costi più elevati, nuovi problemi per i pendolari, ecc…); l’avvio di una nuova linea marittima, la cosiddetta autostrada del mare Messina-Salerno, pur aprendo scenari nuovi ha posto nuovi problemi in altre arterie stradali cittadine quali viale Europa, via La Farina, via Campo delle Vettovaglie, creando gravi condizioni di invivibilità; R.F.I., seguendo una suicida politica di disimpegno nell’area dello stretto, ha visto ridimensionarsi sempre più il suo ruolo, con dismissione di importanti strutture e riduzione di addetti.
Tra l’altro al momento non avendo il vettore pubblico molte alternative all’imbarco presso il porto, l’introduzione del ticket suonerebbe come ulteriore penalizzazione per il trasporto pubblico a vantaggio del vettore privato; la Caronte-Tourist ha rafforzato la sua posizione di dominio e, con il secondo approdo, ha aperto nuove problematiche nella gestione del personale imbarcato e del numero di navi a disposizione nei due approdi; la crescita esponenziale del crocierismo nel Porto di Messina; il progetto del Ponte sullo Stretto, considerato ormai non prioritario dal nuovo governo nazionale di centro-sinistra, lascia aperto il problema di come riorganizzare il sistema trasportistico dello stretto; infine un episodio dal forte contenuto simbolico oltrechè purtroppo di concreto danno materiale, ovvero l’inabissamento dello storico traghetto Cariddi, triste metafora della scomparsa del ruolo dello Stato nello stretto e di una certa classe politica incapace di dare futuro alla nostra comunità.
Continuare allora ad avanzare proposte datate senza considerare che lo scenario è mutato ed è in continua trasformazione o, peggio, utilizzare, come fa l’opposizione, tali proposte per interessi di bottega, significa rischiare di perdere l’ulteriore occasione che si prospetta per la nostra città. Riteniamo insomma che oggi la città di Messina ed i messinesi, per le nuove situazioni che si sono in questi anni verificate, devono chiedere e pretendere di più di un semplice ticket, che potrebbe tra l’altro porre prevedibili contenziosi impelagandoci in infinite discussioni, e puntare dritto all’obiettivo finale ovvero liberarsi definitivamente dalla schiavitù dell’attraversamento, dotarsi di adeguate infrastrutture trasportistiche, porre le basi per una mobilità sostenibile valorizzando finalmente la vocazione turistica e marittima della città.
Tale obiettivo, forse oggi più che mai, può essere a portata di mano ma a patto che, ripetiamo, Messina pretenda maggiore attenzione ed impegni concreti da parte delle autorità locali e nazionali.
Non possiamo continuare a ragionare con visioni ristrette e provinciali che continuano a guardare in maniera separata o solo la sponda messinese o solo la sponda calabrese del sistema dei trasporti dello Stretto, cercando e chiedendo soluzioni parziali (commisariamenti, poteri speciali), senza vedere che è necessario che finalmente le città dello stretto condividano una modello trasportistico che punti all’intermodalità.
L’aver messo da parte il progetto del Ponte sullo Stretto non è, come ritengono i suoi sostenitori, uno scippo o un’ulteriore occasione persa per la città di Messina e per il Sud, ma anzi è l’occasione vera che ci consente finalmente di progettare e realizzare concretamente il futuro di Messina, liberandoci da una discussione che ha tenuto banco per troppo tempo nella nostra città bloccando qualsiasi progettualità urbanistica e di sviluppo in attesa del Ponte. Tutto ciò a patto che lo Stato mantenga cospicui impegni finanziari nell’area dello Stretto per sostenere i tanti progetti di cui da anni si parla. Da qui anche la necessità di decidere in fretta il futuro della Stretto di Messina spa per evitare che i capitali di cui dispone possano prendere altre “strade”!
Pensare in grande per la nostra città e per l’area dello Stretto non significa necessariamente pensare a grandi opere, quali appunto il famigerato Ponte, ma avere grandi progetti per il futuro delle nostre comunità.
Il movimento di opposizione al Ponte ha posto già da tempo sul tappeto questioni concrete per una diverso sistema dei trasporti nello Stretto e per un reale e duraturo sviluppo dell’area e recentemente, in occasione di due convegni organizzati dal nostro partito su Trasporti e Ponte, sono uscite riflessioni, idee, proposte praticabili che vanno in questa direzione.
In questa sede ci limitiamo semplicemente ad elencarle rimandando alla conferenza economica cittadina per un maggior dettaglio:
– Rilancio di RFI e del ruolo del trasporto pubblico sullo stretto bloccando quella sorta di “dismissione programmata” che ha visto in questi anni la perdita di centinaia di posti di lavoro, l’aumento della precarizzazione, l’abbandono del trasporto del gommato, il ridimensionamento qualitativo del servizio, la subalternità del vettore pubblico a quello privato;
– Investimenti in innovazione tecnologica, rinnovamento parco navale, modernizzazione strutture portuali al fine ad esempio di dimezzare i tempi di attraversamento dei treni e migliorare la qualità del servizio (sono in esercizio navi traghetto obsolete con una età media di 30 anni!);
– Ridefinire funzioni ed interazioni del sistema portuale dello Stretto che, in una visione allargata, comprende i porti di Reggio Calabria, Villa S.Giovanni, Gioia Tauro, Milazzo, Messina, Tremestieri;
– Razionalizzare e potenziare i collegamenti nello stretto con nuove invasature sul versante messinese, il secondo approdo sul fronte calabrese più interfacciato con quello messinese;
– attivare la metropolitana del mare da integrarsi con le altre modalità di trasporto;
– Piani urbani della mobilità e piani urbani del traffico delle due sponde coordinati, ispirati ai principi della riduzione dell’incidentalità, promozione di modalità di trasporto alternative al mezzo privato, risparmio energetico, centralità del trasporto pubblico.
– Affrontare la questione del pendolarismo prevedendo tariffazione unica a prezzo scontato per l’uso dei mezzi di trasporto dell’area dello stretto per i residenti e sperimentando forme concertative con i pendolari per adeguare orari ai tempi di lavoro e di vita dei lavoratori, degli studenti, dei cittadini dello Stretto;
– Autorità marittima unica dello stretto;
– Maggiori tutele dei marittimi in termini di stabilizzazione posti di lavoro, rispetto contrattuale, sicurezza;
– Chiedere al governo di allargare i poteri speciali per l’emergenza traffico attribuiti alla città di Messina in poteri speciali per l’area dello Stretto con il coinvolgimento delle municipalità di Reggio Calabria e Villa S.Giovanni
Una mobilità sostenibile nell’area dello stretto che punti a privilegiare il trasferimento dalla gomma al ferro, dal trasporto individuale al trasporto collettivo, dalla strada al marittimo; che crei nuova e stabile occupazione; che ponga le condizioni per valorizzare la vocazione turistica e marittima della città. E’ questa la rotta che Rifondazione comunista intende tenere e che può cambiare in un paio di anni il presente ed il futuro di Messina e dell’intera area dello Stretto.
Rifondazione Comunista – Circolo `Peppino Impastato`, Messina