Gli Usa hanno deciso di revocare l’embargo commerciale in vigore fino ad oggi nei confronti della Libia. La decisione è stata presa dal presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, perché il governo di Tripoli ha fatto fronte a tutte le richieste di smantellamento dei programmi di armi di distruzione di massa formulate dagli americani, completando la terza fase del piano di disarmo annunciato pubblicamente il 19 dicembre 2003.
Nei mesi scorsi Usa e Gran Bretagna avevano ispezionato i siti libici, rimosso circa mille tonnellate di materiale legato ad armi di distruzione di massa e accertato che Tripoli avesse avviato anche lo smantellamento dei missili ‘Scud B’. Già nell’aprile scorso Washington aveva sospeso le sanzioni commerciali e il 28 giugno i due Paesi avevano ristabilito i rapporti diplomatici dopo 24 anni di ‘gelo’.
Pochi giorni fa il segretario di stato statunitense Colin Powell si era felicitato per il 35° anniversario della rivoluzione che il 1° settembre 1969, pose fine alla monarchia e portò al potere Muhammar Gheddafi, colonnello dei ‘Liberi Ufficiali’. Con la decisione annunciata ieri, è stato revocato in via definitiva il blocco sugli scambi petroliferi e sugli investimenti, sono stati scongelati i beni libici negli Usa e sono stati ristabiliti i collegamenti aerei tra i due Paesi.
Anche la Commissione europea intende proporre agli Stati membri una strategia in tre punti per nuove relazioni con la Libia, che comprenda la cancellazione dell’embargo economico, il sostegno alla richiesta dell’Italia per un’eliminazione parziale da subito delle misure restrittive alle esportazioni di armi, e l’eliminazione dell’embargo a termine. La proposta, presentata ieri, sarà discussa mercoledì prossimo. L’embargo dell`Unione fu deciso nel 1986 di comune accordo dalla comunità europea che allora contava 12 membri. [LM]
Misna, 21 settembre 2004