Crimini ambientali

Ad Acerra il 6 settembre 2006 contro il megainceneritore

  Sono passati 2 anni da quando, il 29 Agosto del 2004, centinaia di agenti delle forze dell`ordine, con il plauso del commissario straordinario Catenacci, di Bassolino e della lobby dei termovalorizzatori, caricarono un corteo di 30.000 cittadini di Acerra e non solo, per impedire che potessero riprendere possesso dell`area destinata ad "ospitare" il termovalorizzatore più grande d`Europa.
Condividi su print
Condividi su email
Condividi su whatsapp
Condividi su facebook

Per stroncare la resistenza che da anni opponeva la popolazione di Acerra alla costruzione di quel megamostro sul proprio territorio, infatti, il 17 Agosto 2004 di primissima mattina gli uomini delle forze dell`ordine furono inviati ad occupare militarmente l`area del cantiere.

Il mandato era di difenderla ad ogni costo per imporre la costruzione dell`inceneritore previsto dal piano dei rifiuti di Rastrelli, poi adottato da Bassolino e dato in gestione alla FIBE, una società legata ad Impregilo. In spregio al totale dissenso dei cittadini, gia penalizzati da un territorio martoriato dall`inquinamento e calpestando ogni principio di democrazia, fecero uso di manganelli e dei micidiali lacrimogeni al CS (messo al bando dalle convenzioni internazionali), senza alcun riguardo nemmeno per donne, vecchi e bambini, con decine di feriti, crisi respiratorie ed il rischio concreto che ci scappasse il morto come a Genova.

L`emergenza rifiuti, spesso creata ad arte per giustificare il commissariato straordinario, la campagna mediatica di disinformazione a favore dell`incenerimento, la strumentalizzazione delle lotte additate di collusione con gli interessi camorristici, l`accanimento repressivo contro le popolazioni ribelli, resero subito chiaro che l`affare legato al piano dei rifiuti coinvolgeva interessi economici troppo forti nonché trasversali agli schieramenti politici per essere messi in discussione, nonostante le palesi incongruenze che sarebbero poi venute fuori.

Oggi infatti, mentre la costruzione dell`inceneritore va avanti, l`emergenza continua, il piano dei rifiuti è totalmente fallito e la gran parte degli attori di quell`affare sono sotto inchiesta: l`ufficiale che ordinò le cariche in piazza quel 29 Agosto è indagato con imprenditori locali e dirigenti del nucleo ambientale dei carabinieri per concorso in smaltimento abusivo di rifiuti tossici ad Acerra; la Fibe, che pur continua a gestire la costruzione del termovalorizzatore, ha visto l`appalto rescisso per frode contrattuale, la magistratura ha aperto numerose inchieste per gli impianti di CDR non a norma, ¾ del commissariato straordinario rifiuti è stato rimosso e lo stesso Catenacci è sotto inchiesta.

In ultimo il mese scorso il governo ha approvato lo stato di emergenza ambientale ad Acerra e nonostante tutto ciò, una nuova gara per lo smaltimento dei rifiuti, per il valore astronomico di 9000 miliardi di vecchie lire per ora andata deserta, conferma la centralità dell`incenerimento e prevede la costruzione di altri impianti.

Gli industriali napoletani in cordata con municipalizzate vicine al centro-sinistra stanno tentando di entrare nel nuovo affare e spingono per la costruzione di ulteriori impianti anche a Napoli, ricevendo l`adesione convinta di Iervolino e Bassolino. Nel frattempo si moltiplicano gli studi scientifici che denunciano la nocività degli inceneritori sulla salute e sull`ambiente circostante, mentre nei paesi come Germania e USA iniziano ad essere considerati tecnologia obsoleta e si procede alla loro chiusura.

Anche dal punto di vista economico, se non fosse per il finanziamento pubblico, tra l`altro illegittimo e a spese della collettività, questi cosiddetti termovalorizzatori sarebbero del tutto antieconomici. Insomma le ragioni della banda dell`incenerimento si mostrano ogni giorno che passa più fasulle e sempre meno fondate, soprattutto mentre nuovi sistemi rispettosi dell`ambiente e della salute, fondati sulla riduzione a monte, la raccolta differenziata porta a porta finalizzata al riciclaggio e trattamenti con tecnologie a freddo iniziano a diffondersi in diversi paesi del mondo.

Basterebbe veramente poco per comprendere che le uniche ragioni fondate e niente affatto egoistiche rimangono quelle dei comitati e delle popolazioni che si sono ribellate e che continuano a farlo, le uniche capaci di difendere gli interessi della collettività e di proporre un modello di sviluppo compatibile con l`ambiente e la salute, che utilizzi tecnologie pulite con nuova occupazione.

Così mentre le forze politiche pro incenerimento cercano di gestire un nuovo affare sulla nostra pelle e quelle che si dicono contrarie, anche a sinistra, continuano a balbettare timidamente diventando di fatto complici, l`unica risorsa di cui disponiamo rimane la mobilitazione popolare ad oltranza, come ci insegnano le vicende della Val di Susa.

Per questo, nel giorno dell`anniversario di quel 29 Agosto, non ci resta che continuare ad opporci ed invitare i comitati e la popolazione tutta a ribellarsi ancora, perché la partita non è affatto terminata.

Mercoledì 6 settembre – ore 18 – Piazza Castello ad Acerra

Assemblea pubblica in occasione della giornata mondiale contro l`incenerimento

Presidio Pantano contro l`inceneritore di Acerra, Comitato contro l`inceneritore, Rete Campana Salute e Ambiente, Area Antagonista Campana

 Questa storia è stata letta 3410 volte

Suggeriti per te:

Condividi su facebook
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Laterza editore

Lo sfruttamento nel piatto

Le filiere agricole, lo sfruttamento schiavile e le vite di chi ci lavora


Nuova edizione economica a 11 €

Lo sfruttamento nel piatto

Ricominciano le presentazioni del libro! Resta aggiornato per conoscere le prossime date