Guarda caso, pero`, la proposta di tenere un referendum sul Ponte viene avanzata oggi da chi e` da tempo favorevole al Ponte e proprio all’indomani delle elezioni politiche che hanno portato al governo il centro-sinistra contrario al Ponte. Perche` tali sostenitori della democrazia diretta non hanno richiesto il referendum prima? Forse perche` erano convinti che il governo Berlusconi potesse costruire il Ponte, senza porsi neanche il problema di cosa ne pensassero i cittadini? Cosa hanno detto tali novelli sostenitori della democrazia diretta quando e`่ stata varata la legge obiettivo per le grandi opere che scavalcava le comunita` locali? Cosa hanno detto quando il CIPE ha detto si` al Ponte prima ancora di acquisire il parere, seppure con valore consultivo, della citta` di Messina? Cosa hanno fatto soprattutto i novelli Rousseau in questi anni per informare correttamente i cittadini su costi e benefici del Ponte, sui suoi impatti negativi e positivi, sulle alternative possibili per il miglioramento dell’attraversamento dello Stretto! Nulla, alla faccia di quella democrazia per la quale oggi chiedono un referendum per far esprimere… gia` per fare esprimere chi? Basta leggere le proposte di referendum rese note dagli organi d’informazione per capire lo spessore democratico di tali proposte.
Inizia a giugno l’on. Musumeci che chiede al governo Prodi, chissa` perche`, di indire in Sicilia un referendum consultivo per sapere cosa ne pensano i siciliani. L’on. Musumeci si e` dimenticato che per tenere in piedi il progettato Ponte sono necessari due pilastri ed uno cade in Calabria. Cosa si fa se i siciliani vogliono il Ponte ed i calabresi No, o viceversa? Sulla stessa zoppicante democrazia referendaria il presidente della provincia regionale di Messina Leonardi ed i suoi alleati che, oltre ad escludere i calabresi, escludono tutta la Sicilia tranne la provincia di Messina, Floresta compresa! Ma perche`้ escludere coloro i quali sono venuti a marciare il 5 giugno scorso a Messina con gli striscioni “Licata vuole il Ponte”, “Piedimonte Etneo dice si` al Ponte”, “La pescheria di Catania vuole il Ponte”?
Per dare la parola solo ai siciliani si esprime anche il presidente della Regione Sicilia Cuffaro che addirittura dichiara che se il governo Prodi non vuole fare il Ponte lo faranno da soli i siciliani. E ci risiamo: ma se i calabresi non vogliono, cosa ce ne facciamo della costruzione di un solo pilastro del Ponte? Chi invece allarga il bacino d’utenza referendario ่ l’on. Misiti, si` proprio lui l’ex presidente della Consiglio superiore lavori pubblici che fece passare il deficitario progetto di massima del Ponte, che oggi dichiara sia necessario un referendum per fare esprimere i siciliani ed i calabresi. Su cosa? Sul Ponte certo, mentre ancora aspettiamo che lui si esprima sull’affidabilita` dei giunti necessari per costruire il Ponte. Chi non ricorda la domanda che gli fece la giornalista di Report sul problema dei giunti del Ponte, alla quale Misiti rispose (la sua risposta ormai e` un cult tra i noponte!): “Quando si fara` quel tipo di saldatura noi avremo una conoscenza doppia rispetto a quella attuale e i risultati migliori saranno applicati nel momento in cui il ponte sarเ in costruzione”. Che e ่ come se un chirurgo decidesse di operare un paziente per un male di cui ancora non si conosco i rimedi ed attende, con il paziente “aperto”, che si trovi la soluzione!
Ma perche`้ non fare votare al referendum solo gli abitanti di Torre Faro e Villa S.Giovanni? In realtเ sono i diretti interessati… ma sarebbe troppo limitante, visto che gli effetti del Ponte vanno al di la` dei due centri. Allora la provincia di Messina? E perche` escludere i calabresi? Allora la provincia di Messina e Reggio Calabria? Ma soci della societa` Stretto di Messina sono la regione Sicilia e Calabria, perche` escludere i loro abitanti? Allora facciamo votare tutti i siciliani ed i calabresi? Ma quelli residenti o anche gli emigranti? E si, perche`้ il sogno del Ponte viene coltivato da intere generazioni di siciliani e calabresi ed inoltre, come dice qualcuno, si potrebbe fare riferimento a loro per mettere i soldi necessari per la costruzione del Ponte! Ma i soldi per la costruzione del Ponte non li mette anche lo Stato italiano? Ed allora perche` escludere gli italiani? Ma non c’`e` pure un contributo dell’Unione europea? Non sarebbe piu` giusto coinvolgere anche gli europei?
E visto che lo Stretto di Messina non ha nulla da invidiare ai beni tutelati dall’Unesco come patrimonio dell’umanita`, perche` non fare votare tutto il Mondo?
Una volta che i nostri novelli sostenitori della democrazia diretta avranno deciso, sotto l’ombrellone, chi fare votare, bisognera` mettersi d’accordo su quale sara` il quesito del referendum! Bastera` scrivere semplicemente: Volete voi il Ponte sullo Stretto di Messina? Certo che non basta, perche`้ vi sono tante posizioni intermedie: chi non vuole il Ponte sullo Stretto vuole anche che i soldi previsti per tale opera siano destinati ad altre infrastrutture sullo Stretto; chi e`่ favorevole al Ponte vorrebbe che vi siano delle modifiche al progetto o anche una legge speciale per Messina; c’`e` chi e`่ contrario, ma se si dovessero fare prima le altre opere infrastrutturali direbbe SI al Ponte; ecc..! Ed allora, come se ne esce? Siamo certi che i Nostri troveranno la giusta soluzione populistica sotto l’ombrellone di questa calda estate pontista, che ha scaldato non poco i cervelli di tanti.
La democrazia, invece, e`่ una cosa seria ed i cittadini hanno giเ scelto democraticamente un governo che aveva nel suo programma elettorale una chiara presa di posizione contro il Ponte sullo Stretto. Il resto sono tutte chiacchiere da spiaggia!!!
Messina, 11 Agosto 2006
Daniele Ialacqua (Presidente Legambiente Messina)