Il diritto a migrare

Lampedusa, mobilitazione antirazzista il 9 e 10 settembre 2006

ARCI Sicilia
  Associazioni ed organizzazioni lanciano un appello per una mobilitazione nazionale antirazzista per il prossimo 9 e 10 settembre. Per la chiusura immediata di tutti i Cpt ed il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza per i migranti.
Condividi su facebook
Condividi su whatsapp
Condividi su email
Condividi su print

Appello per una mobilitazione nazionale antirazzista a Lampedusa il 9 e 10

settembre.

La Sicilia e`่ diventata negli ultimi anni la frontiera Sud dell`Europa e Lampedusa ่e` il suo avamposto. Il tentativo di mascherare l`inarrestabile fenomeno politico-sociale delle migrazioni come un problema di ordine pubblico da contrastare, con la crescente militarizzazione delle frontiere e provvedimenti di polizia, ha prodotto soltanto l`istituzione di nuove forme di apartheid.

Non passa settimana che non si viene a conoscenza dell`ennesimo naufragio, che sta trasformando il Mediterraneo da millenario ponte di scambio di culture in un lugubre cimitero marino; in questo contesto aggravato da uno scenario di guerra permanente che coinvolge ormai tutta l`Area del Medio-Oriente, sono le leggi repressive sull`immigrazione che hanno creato una nuova clandestinita` finalizzata allo sfruttamento dei migranti considerati solo come forza lavoro “usa e getta”.

Il sistema legislativo italiano ha reso impossibile l`ingresso legale sul nostro territorio favorendo, di fatto, il ricatto di trafficanti che speculano sulla tratta degli esseri umani. Pensiamo anche alla larghissima diffusione di lavoro

sommerso che permette agli imprenditori di aumentare a livello esponenziale i profitti, con la complicitเ di un vero e proprio caporalato, come e` accaduto nei mesi scorsi a Cassibile (SR), lucrando sui bassissimi salari e ricattando la manodopera con una lavoro in condizione di schiavitu`.

Da anni i movimenti antirazzisti in Europa e in Italia lottano per la chiusura delle galere etniche: i Centri di Permanenza Temporanea istituiti dalla legge Turco-Napolitano, nel quadro di normative europee (Schengen) ispirate ad un medesimo intento contenitivo e repressivo, sono la manifestazione piu` intollerabile e oscena della risposta segregazionista al fenomeno dell`immigrazione. Sono lager dove uomini e donne vengono privati della liberta` non per cio` che hanno commesso, ma per cio` che sono.

Tutte leconvenzioni internazionali sui diritti umani e sul diritto d`asilo vengono quotidianamente calpestate. Dal rogo nel CPT di Trapani nel `99 (che costo` la vita a 6 migranti tunisini) alle deportazioni da Lampedusa in Libia nell`ottobre del 2004 e nel marzo 2005 (costate la vita ad un numero imprecisato di donne e uomini morti di stenti tra le sabbie del deserto e per le quali il precedente governo e` stato condannato dal parlamento di Strasburgo) sono stati costruiti momenti di denuncia e di mobilitazione.

A Lampedusa l`emergenza immigrazione e่ diventata un business: si spendono fiumi di denaro pubblico per condizioni di detenzione. Oggi, anche per il`clima xenofobo instaurato, assistiamo a delazioni o a vere e proprie omissioni di soccorso in mare da parte di marinerie intimorite da conseguenze legali (la Cap Anamur insegna) ed economiche.

Proponiamo di investire in politiche di accoglienza e di libera circolazione dei migranti, in alternativa a quelle securitarie, a partire da Lampedusa.

Chiediamo un sistema di accoglienza che passi per la fruizione delle strutture pubbliche, in primis le Asl, piuttosto che per l`affidamento ad enti ed associazioni private che lucrano sul circuito detentivo e sulle tragedie dei migranti.

Esigiamo che la piccola isola siciliana venga liberata da questa vergogna. Il “centro” deve essere chiuso e basta!

Che non venga aperto sull`isola un altro centro di detenzione nell`ex-caserma.

Facciamo appello alle realta` di base, all`associazionismo, alle forze politiche, ai parlamentari italiani ed europei a sottoscrivere l`appello e la mobilitazione del 9 e 10 settembre.

– per la chiusura immediata e definitiva di tutti i Centri di Permanenza Temporanea e dei Centri di identificazione, a cominciare dal centro di Lampedusa

– per l`abrogazione della legge Bossi-Fini senza che si torni alla precedente che l`ha ispirata

– per la rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro

– per una legge in materia di asilo politico che tuteli realmente i richiedenti asilo e i rifugiati anche con l`abbattimento delle spese legali

– per la cittadinanza di residenza e il diritto di voto per tutti i migranti

– per il rilascio e il rinnovo immediati di tutti i permessi di soggiorno, per la regolarizzazione permanente di tutti i migranti in Italia,

– per fermare tutte le espulsioni e gli accordi di riammissione.

Promosso da:

ARCI

ATTAC SICILIA

CGIL SICILIA

CIRCOLO ARCI “THOMAS SANKARA”

EMERGENCY

LABORATORIO ZETA

LAICI COMBONIANI

NETWORK ANTAGONISTA SICILIANO

OSSERVATORIO MIGRANTI AGRIGENTO

RETE ANTIRAZZISTA SICILIANA

Aderisce la Redazione di Terrelibere.org

 Questa storia è stata letta 6499 volte

La Spoon River dei braccianti

Il libro
La Spoon River dei braccianti

Otto eroi, italiani e no, uomini e donne.
Morti nei campi per disegnare un futuro migliore. Per tutti.
Figure da cui possiamo imparare, non da compatire.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Laterza editore

Lo sfruttamento nel piatto

Le filiere agricole, lo sfruttamento schiavile e le vite di chi ci lavora


Nuova edizione economica a 11 €

Lo sfruttamento nel piatto

Ricominciano le presentazioni del libro! Resta aggiornato per conoscere le prossime date