La denuncia parte da un’inchiesta di Greenpeace del settembre 2005 che ha messo sotto la lente noti marchi, e da un’attenta analisi delle sostanze contenute è emerso che fra queste vi sarebbero ftalati, alchilfenoli, organostannici. Non possiamo naturalmente soffermarci su tutti i composti, ci basti però sapere che gli ftalati, sostanze ammorbidenti aggiunte al PVC per renderlo particolarmente morbido e duttile, sarebbero per esempio responsabili dell’alterazione del funzionamento delle ghiandole endocrine e arrecherebbero gravi conseguenze dal punto di vista tossicologico. Problemi seri ci sarebbero inoltre per le donne in gravidanza in quanto alcuni ricercatori hanno suggerito che le proprietà antiandrogene degli ftalati possano collegarsi alle sindromi disgeniche dei testicoli che si manifestano con difetti alla nascita. Per questo motivo lo scorso settembre l’Europa ha varato una direttiva che impone il divieto di impiego di sostanze morbide (gli ftalati) nei giocattoli.!
E nelle scarpe? Alcune aziende li hanno già eliminati insieme ad altre sostanze tossiche, meritandosi da Greenpeace un bollino verde: la Reebock per esempio e l’Asics che ha eliminato l’uso del PVC e dichiara di non impiegare ftalati, organostannici, paraffine clorurate o altre sostanze pericolose nella fabbricazione delle proprie scarpe da ginnastica.
Utilizza, inoltre, materiali riciclati. Altri noti produttori hanno invece assicurato all’associazione ambientalista di eliminare a breve nella fabbricazione delle loro scarpe tutte le sostanze chimiche pericolose. È il caso dell’Adidas, della Puma e della Nike. Le analisi effettuate sulle scarpe dei tre colossi hanno infatti riscontrato la presenza di agenti chimici potenzialmente pericolosi. In una scarpa Adidas erano presenti ftalati, alchilfenoli e organostannici, così come in quella Puma. PVC e composti organostannici sono stati ritrovati in una scarpa Nike, però l’azienda ha già provveduto a eliminarle nelle scarpe per bambini al di sotto di tre anni.
Lecce, 18 maggio 2006
L’Assessore al “Mediterraneo” con delega allo “Sportello dei Diritti”
Carlo Madaro