Dalle ore 10,00 della mattina fino alle 21,00 della sera chiunque sarà trovato per strade o piazze di Kathmandu, Lalitpur (Patan), Bhaktapur e Kirtipur (praticamente tutte le grandi città della valle della capitale) potrà essere bersaglio delle armi di esercito e forze governative.
Tutto questo per bloccare la manifestazione di massa più importante in programma proprio per oggi 8 aprile, cuore dello sciopero generale di quattro giorni indetto dai sette partiti dell’Alleanza, e pienamente appoggiato dai rivoltosi maoisti, proprio per protestare contro il perdurare dello stato autoritario, della mancanza di libertà e democrazia iniziato il 1 febbraio dello scorso anno.
Non sono bastati arresti di centinaia di studenti e rappresentati politici, di giornalisti ed avvocati, medici, uomini e donne comuni…
Intanto la guerriglia ha nuovamente preso forza con una serie di continui assalti e scontri in varie parti del paese. Oramai da giorni si hanno notizie di vere e proprie azioni coordinate con esplosioni e scontri a fuoco che hanno provocato vittime anche tra la popolazione civile.
C’è più di una netta sensazione di essere oramai giunti ad una vera e propria “resa dei conti”.
Il grande timore è che, soprattutto nelle zone soggette al coprifuoco, ci possano essere azioni e rappresaglie clamorose che potrebbero causare conseguenze devastanti in danni materiali e perdite umane. Il capo rivolta Prachanda aveva recentemente ripetuto che mai avrebbe preso la capitale con le armi, ma anche se così fosse, ben poco ci sarebbe da fare nel caso che una decisione come quella odierna dovesse causare anche nel popolo, un estremo impulso di ribellione e di rivolta.
Oramai sono anni che lancio questa specie di appello: ma è mai possibile che tutto il mondo resti quasi oltre che impotente anche indifferente a tutto ciò? Da grande amico del Nepal e delle sue genti tutte e per aver costantemente sotto osservazioni le varie realtà del paese la mia sensazione è sempre più netta di quella che oramai appare l’unica soluzione possibile e da proporre con tutti i sistemi possibili: mettere di fronte al Sovrano-dittatore Gyanendra le proprie responsabilità in quanto solo lui ha più che mai adesso il potere di decidere se dare al suo popolo libertà, progresso e pace oppure addentrarsi sempre più nell’atroce tunnel della guerra civile.