Web - Limitazione delle libertà, interessi delle corporation e disinformazione

Internet e P2P, torna la caccia alle streghe

Antonello Mangano
  Due siti sono stati oscurati per l`incredibile colpa di segnalare orari e canale di partite del campionato di calcio visibili gratis e legalmente. Mentre si discute di pirati e diritti, l`Italia perde l`occasione di una crescita culturale ed economica che va bel oltre la visione di match sportivi o il download dell`hit del momento e che invece sta facendo decollare la Cina, un gigante che tutti temono qualunque cosa faccia...
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È tornata la caccia alle web-streghe. Dopo la pedofilia (causa giusta), i famigerati Mp3 (crociata discutibile), oggi siamo alla delirante guerra per i diritti sullo streaming, cioè la trasmissione di contenuti video via Internet.

Il 28 gennaio 2006 la Guardia di Finanza sequestra i server di due siti italiani.

Secondo quanto dichiarano le Fiamme Gialle, calciolibero.com e coolstreaming.it consentivano attraverso connessioni Internet la visione di eventi sportivi in diretta, tra i quali partite del campionato italiano di calcio di serie A e B.

I gestori dei siti sono stati iscritti nel registro degli indagati per aver violato la normativa sul diritto d`autore. L`inchiesta era scattata nell`ottobre scorso dopo un esposto presentato da Sky.

Illuminismo del XXI secolo

Ecco cosa scrive Repubblica.it: “Sotto inchiesta due siti. Il segnale viene “rubato” da network cinesi che trasmettono legalmente”.

Proviamo a spiegare il meccanismo reale:

Punto 1 – CCTV, la “Rai” cinese, ha comprato i diritti per il campionato italiano (così come per quello tedesco, o le olimpiadi di Torino, o i mondiali di Germania di cui è Official Broadcaster…)

Punto 2 – Synacast, un consorzio asiatico di importanti aziende e network tv, ha sviluppato un software innovativo e di altissimo livello che chiunque può scaricare gratis e che permette la visione fluida di una serie di canali asiatici (tra cui la versione orientale di molte reti occidentali tipo Espn, Hbo, National Geographic…), ottimizzando la “banda larga” dei nostri fornitori.

Punto 3 – I redattori di calciolibero, così come molti altri siti (in maniera meno efficace), si divertono a spulciare i palinsesti di CCTV e di qualche altro canale, attivano il traduttore di Google da cinese semplificato ad inglese, e con qualche approssimazione pubblicano l`ora ed il canale delle trasmissione delle partite (non solo quelle italiane).

Cosa c`è d`illegale in questi tre passaggi? Meno che mai è strano l`ultimo punto! Altro che “rubare il segnale”!

Del resto, come riconosce in contemporanea Corriere.it, il provvedimento è inefficace perché altri siti nasceranno, e faranno lo stesso lavoro.

Anzi, la vicenda porterà una enorme pubblicità al meccanismo e farà nascere tanti emuli dei siti chiusi, esattamente come avvenne con la crociata contro Napster: da allora, chiuso il progenitore, i sistemi di condivisione di file si sono moltiplicati e perfezionati.

In effetti, tanti altri siti come Calciolibero esistono già, ma sono meno efficaci, meno puntuali e quindi meno frequentati.

In effetti, i due siti maggiori sono stati colpiti perché… più bravi degli altri!

La guerra tra vecchia e nuova economia

Oltre che uno scontro tra libertà e repressione siamo di fronte ad uno scontro globale di interessi che deriva da questa nuova rivoluzione industriale: sarebbe bello che non facessimo solo da spettatori di notizie deliranti…

Da un lato le case discografiche cercano di limitare lo scambio di brani digitali, dall’altro l’industria dei lettori Mp3 è una delle più fiorenti (negli Stati Uniti la vendida legale di brani sul web supera in alcuni casi gli acquisti in negozio, per esempio sul portale Apple che ha fatto da battistrada).

Da un lato le case cinematografiche inorridiscono a sentire parlare di Divx, dall’altro sono pochi i lettori in commercio che non supportano questo standard.

La tv via Internet apre nuovi scenari commerciali, ed uno spot diffuso in tutto il mondo appare molto più appetibile di un comunicato su scala nazionale.

Senza contare l`industria del software, quella dei fornitori di connettivita`, le agenzie specializzate in pubblicita` sui nuovi media (il programma Google Adwords ha proiettato la societa` californiana direttamente in borsa).

Scrive Corriere.it:

Alcuni siti e alcuni forum sono diventati dei veri e propri «Tv Sorrisi e Canzoni» della situazione, con segnalazione di tutti gli eventi principali della settimana e indicazioni tecniche su come seguirli. È probabile che proprio su questi siti si sia concentrata l`attività delle Fiamme Gialle.

La questione è controversa: siti e forum «agevolano» semplicemente la diffusione dei software sopracitati, dal punto di vista tecnico simili al diffuso BitTorrent. Programmi P2p in cui ogni utente scarica dati e fa scaricare ad altri nello stesso tempo. In questo modo la banda passante dei server delle tv orientali che danno gli eventi viene moltiplicata, e migliaia di persone possono seguire l`evento live sul proprio computer, con una qualità che spesso ha poco da invidiare alla tv (cronaca in mandarino a parte, ma anche su questo punto gli “smanettoni” hanno trovati mezzi per ovviare al problema – banalmente aprire il player con Radiouno e metterlo in pausa per qualche minuto…, nda). Se lo stesso numero di persone si collegasse, contemporaneamente, al server web cinese che dà la partita su web, questo collasserebbe per la richiesta eccessiva.

I sequestri di oggi segnano dunque una nuova offensiva sul fronte del P2p e dei diritti digitali. Difficile però che l`iniziativa sia di una qualche efficacia. Siti come Coolstreaming.it non «consentivano, attraverso connessioni internet, la visione di eventi sportivi in diretta» (come affermato dalla Guardia di Finanza, nda). Erano e sono i software come pplive a consentire la visione degli eventi. E non si può «spegnere» un programma. Si possono spegnere siti e forum di informazione come Coolstreming.it (che agevolano la visione dell`evento, questo sì), ma probabilmente ne nasceranno altri. L`unico mezzo sarebbe bloccare la trasmissione via web delle partite direttamente ai server orientali, cinesi o taiwanesi che siano. Ma l`impresa appare oggettivamente difficile.

La repressione cinese

C’è modo e modo di reprimere, di ostacolare la libera circolazione delle informazioni. Si può punire chi commette un reato o colpire nel mucchio. Si può mantenere un’assenza di regole che favorisce gli arbitri o promulgare leggi chiare. Si possono perseguire reati o semplicemente spargere il terrore sperando di favorire interessi forti.

In assenza di una legislazione organica, in alcuni casi le testate internet vengono equiparate sic et simpliciter a quelle del giornalismo cartaceo. Talvolta si e` arrivati al sequestro dei server, anche all`estero quando il sito era ospitato da un provider straniero.

Qualche altra volta la polizia si limita a sostituire l`home page con una dicitura che avvisa del procedimento penale in corso e che provoca un danno enorme ai gestori del sito.

Spesso c`e` l`urgenza di agire, di fare qualcosa per impedire un presunto illecito, e il doversi occupare di una materia oscura per i piu` porta ad abusi, illeciti, mostruosita` giuridiche ultima delle quali quella di Sky che – incapace di impedire ai network asiatici la trasmissione delle partite (del resto anche loro le hanno pagate) – se la prende con l`anello piu` debole, alcuni siti che diffondevano informazioni utili agli utenti per non farsi depredare fino all`ultimo centesimo dal satellite di Murdoch o dal digitale terrestre di Berlusconi.

Del resto, in questi mesi e` stato il governo cinese ad imporre a grandi aziende occidentali imposizioni e condizionamenti impensabili, dalla censura sui siti a blocchi sui blog fino a controlli sulle telefonate Voip.

Queste grandi corporations, che amano vestirsi da icone della liberta`, con una immagine leggera, amichevole, `californiana`, hanno pesantemente calato la testa alla dittatura di Pechino.

P2P. Un dibattito che non c`e`

Mentre l`Italia si distingue per provvedimenti repressivi e ridicolmente inefficaci, l`Asia cresce e produce tecnologia che rivoluziona il modo di concepire e fruire la televisione.

I problemi del telespettore non sono piu` il canone o l`invadenza degli spot ma la conoscenza delle lingue ed il calcolo del fuso orario.

La tecnologia P2P applicata al video risolve un problema che i broadcaster occidentali ancora considerano come un limite pesante: il numero di spettatori.

Col sistema P2P piu` siamo meglio condividiamo ed ottimizziamo la banda a disposizione, col sistema tradizionale se siamo in troppi il server va giu`.

Il telespettatore diventa ripetitore del segnale ma anche potenziale emittente di trasmissioni condivise che possono espandersi, connettersi tra gruppi di ascolto, collegarsi ai blog ed essere fruite in qualunque momento ed ovunque col podcasting, scaricando cioe` i file dei programmi e guardandoli su un lettore portatile, come ad esempio i cellulari di nuova generazione.

Si parla di tutto questo nel mainstream dei media italiani? Macche`! Si delira sui segnali rubati, che` tutto cio` che non si conosce bene e` pirateria, la tv e` sempre e solo raimediaset e i loro spazi contesi per rimbecillire una platea narcotizzata…

L`utima volta che l`Italia provo` a non essere terzo mondo informatico, acquirente e fruitore di sistemi prodotti da altri paesi, fu con l`Olivetti. Da allora, nulla piu`.

La biblioteca di Alessandria

In una societa` impaurita dalla crisi economica e quindi ammorbata da richiami a passati ideali, fantomatiche tradizioni, generiche nostalgie, religiosita` improvvise, e` difficile che esista una fiducia progressista nel futuro, specie se questa ci impone un cambiamento che va ben oltre le nostre abitudini a lamentarci per la tv `che non tramette cose interessanti`.

Chissa` quanti uomini di cultura e grandi utopisti del passato hanno sognato una biblioteca globale, un sistema di connessione che copre il globo terracqueo e che permette con un gesto di avere accesso da casa propria a libri, musica, film composti in tutte le epoche ed in tutti i paesi.

Con la tecnologia P2P siamo vicinissimi a realizzare questa utopia, e pesera` per sempre sulla nostra epoca il fatto di non essercene accorti, troppo impegnati nel triste dibattito tra malati di calcio, discografici giurassici, detentori di diritti sulle partite, giornali che vedono pirati ovunque.

Leggiamo alcuni passi di un articolo pubblicato da punto-informatico.it:

(Negli anni passati abbiamo letto della possibilita` di Internet di) avvicinare culture diverse ed ampliare le possibilità di crescita personale tramite il libero scambio di idee, di concetti, di emozioni e di creatività. Insomma si pensava ad una rivoluzione culturale intesa non come lo smantellamento di idee e ideologie preesistenti, ma come la possibilità, tendente all`infinito, della divulgazione di idee e ideologie.

Dai produttori di hardware e di software, dai fornitori di connettività a quelli di fonia, dai governi alle unioni fra stati sembrano avere un unica parola d`ordine: protezione.

Cosa c`è da proteggere?

Con le potenzialità di una diffusa connettività ci si poteva immaginare una corsa all`innovazione per sfruttarne le potenzialità a livello di creatività e di contenuti, non certo una ricerca costante dell`impedimento tecnico nell`uso della stessa. Ed invece le notizie che leggiamo ogni giorno sono sconfortanti. Invece di offrirci novità, gli operatori ci offrono gli stessi prodotti e servizi di sempre con il tentativo onnipresente di limitarne l`uso non a seconda delle nostre necessità, ma dei loro profitti imprenditoriali.

La RIAA americana che ha messo in piedi una campagna terroristico-legale contro studenti e casalinghe per il download illecito di pochi brani musicali, gli internet provider che con tecniche di retaining furioso che preferiscono lasciare gli utenti senza connessione mesi pur di scoraggiare il passaggio alla competizione, gli operatori di telefonia che bloccano i cellulari e gli operatori UMTS che invece di offrirci i vantaggi della banda larga mobile come ci si aspettava, ci costringono a navigare (velocemente, per carità) nel catalogo online dei loro servizi a pagamento.

Ed ancora: il nuovo Windows Vista 64 bit che non permette l`installazione di driver non firmati, (ma non era mio il computer?) i sistemi DRM grazie ai quali l`utente inesperto non riesce neanche a trasferire gli mp3 registrati col suo gruppo in cantina dal portatile al computer di casa, bozze di legge che bandiscono lo sviluppo di prodotti che potrebbero essere usati per scopi illegali.

Fra i casi più agghiaccianti c`è quello dei server P2P “civetta”, che sembrano normali server per lo scambio di file, ed invece raccolgono informazioni sugli utenti, utili per far partire denunce. Un po` come aprire copisterie per poi denunciare chi fotocopia i libri.

Insomma appare chiaro che gli operatori vedono gli utenti come nemici del profitto e come tali devono essere controllati, limitati, terrorizzati e soprattutto spremuti fino all`ultima goccia.

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