Doccia fredda per la Grande Opera del governo Berlusconi-Lunardi. È stato infatti depositato al Tar del Lazio il ricorso con il quale la Astaldi chiede formalmente di annullare la decisione con cui la Commissione aggiudicatrice ha nominato il gruppo Impregilo “general contractor” del Ponte sullo Stretto di Messina. La società di costruzioni, alla guida di una cordata di imprese, contesta proprio l`aggiudicazione avvenuta il 12 ottobre scorso. In quella data la Commissione giudicatrice della gara, presieduta da Renato Laschena, aveva comunicato che era la cordata a guida Impregilo la prescelta per la realizzazioe del Ponte.
Astaldi contesterebbe il ribasso, giudicato eccessivo, praticato da Impregilo nell`offerta. Impregilo aveva infatti vinto con un`offerta di 3,88 miliardi con uno sconto del 12,33% rispetto ai 4,43 miliardi di euro indicati come prezzo a base d`asta.
Impregilo si è aggiudicato l`appalto insieme alla Sacyr Sa, Società Italiana per Condotte d`acqua S.p.A., Cooperativa muratori & cementisti-Cmc di Ravenna, Ishikawajima-Harima Heavy industries Co Ltd., Aci Scpa – Consorzio stabile. Astaldi era invece alla guida di un raggruppamento di imprese formato da Ferrovial agroman Sa, Maire engineering spa, Ghella spa, Vianini lavori spa, Grandi lavori Fincosit S.p.A.. In realtà nel gruppo Astaldi comparirebbe anche la CCC-Consorzio Cooperatie Costruzioni di Bologna, che però proprio alla vigilia dell’apertura delle buste nella gara indetta della Società Stretto di Messina, avrebbe scelto di “autosospendersi” glissando le accuse di violazione delle normative europee in tema di grandi opere. LA CCC è infatti la cooperativa “madre” della CMC di Ravenna in gara con l` “avversaria” Impregilo.
Oggi, la stessa Astaldi ha depositato il suo ricorso che è stato affidato alla prima sezione presieduta da Pasquale De Lise. Si attende adesso la fissazione dell`udienza di discussione.
Redazione Terrelibere.org