Crimini ambientali

Grandi Opere: la variante di Cortina, valanga di cemento sulle Alpi

Redazione Econews
  La circonvallazione a Cortina è un progetto inutile e devastante per un patrimonio ambientale dell`umanità: è questa l`opinione del consigliere regionale veneto dei Verdi Gianfranco Bettin espressa in un`interrogazione
urgente alla giunta regionale.
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Gianfranco Bettin boccia senza appello il progetto preliminare di variante alla statale 51 Alemagna, già approvato dal consiglio comunale della cittadina dolomitica e chiede che la giunta regionale ne blocchi l`iter sin dalla prima tappa, a partire cioè dalla valutazione di impatto ambientale affidata alla Commissione regionale.

Il consigliere regionale Bettin vuole sapere inoltre come il governo veneto “intenda rispondere alle opposizioni di cittadini residenti e di gruppi di proprietari di immobili, delle associazioni ambientaliste, di movimenti di opinione della Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi) che chiedono che venga ritirato questo progetto.

L`iniziativa regionale di Bettin si affianca all`interpellanza urgente alla Camera presentata in contemporanea dai parlamentari dei Verdi Luana Zanella, Alfonso Pecoraro Scanio, Paolo Cento, Mauro Bulgarelli, Marco Lion, Marco Boato e Laura Cima.

Per il capogruppo regionale dei Verdi il progetto elaborato dall`Anas prevede un intervento ciclopico da 441 milioni di euro che “probabilmente saranno destinati a lievitare”, richiederà almeno 6 anni di lavoro e comporterà l`escavazione di gallerie su frane attive, svincoli in sopraelevata, viadotti a campate, una lunga bretella con muri in cemento alti fino a 10 metri.

Inoltre, afferma Bettin, “la variante di Cortina viola la convenzione per la tutela delle Alpi del 1989, un accordo ratificato dai sette Stati dell`arco alpino, che costituisce un impegno solenne a non costruire strade di grande comunicazione e autostrade attraverso la catena alpina.

La realizzazione di quest`opera rappresenterebbe il completo sconvolgimento della valle e la negazione di alcuni fondamentali principi di metodo e analisi cui la valutazione d`impatto ambientale (Via) dovrebbe attenersi”. Bettin cita quindi gli esiti dei monitoraggi condotti dal dipartimento di Geologia dell`università di Padova che hanno accertato la franosità dell`area interessata dalle gallerie, il deficit di informazione e di trasparenza da parte dell`ente

progettista e, infine, il mancato studio di soluzioni alternative, come il ripristino della linea ferroviaria Calalzo-Dobbiaco o il progetto di viabilità presentato dalle opposizioni nel consiglio comunale ampezzano.

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